A lezione di salute. Il “prof” è un compagno

Tra i quindicenni della nostra regione, come rivela uno studio promosso dall’Oms, l’11% fuma ogni giorno, il 22,2% beve alcolici ogni settimana e il 20% ha già fatto uso di cannabis. Un ragazzo su quattro dice di aver già avuto rapporti sessuali completi: tra questi un maschio su cinque e una femmina su tre non ha utilizzato il preservativo. Per sensibilizzare i più giovani su questi comportamenti a rischio e tentare di contrastarli con una corretta informazione in alcune scuole superiori della provincia è attivo da anni il progetto di promozione alla salute “Afrodite”.
Nato nel 2011 da un progetto nazionale del ministero della Salute, e realizzato sul territorio da Azienda sanitaria, terzo settore e scuole che hanno deciso di aderirvi, il progetto da quest’anno è inserito tra le iniziative di alternanza scuola-lavoro. “Afrodite” interessa circa 40 classi di 6 scuole: Max Fabiani-Deledda, Galilei, Galvani, Carli Da Vinci Sandrinelli, Petrarca e Carducci Dante. Il progetto utilizza la formula dell’educazione tra pari: sono i ragazzi stessi, accompagnati da operatori sanitari e educatori, a sensibilizzare su questi temi i propri compagni. Sull’efficacia della Peer Education i dati parlano chiaro: nell’adolescenza i riferimenti per i ragazzi si spostano al di fuori della famiglia e il luogo migliore per la promozione alla salute è la scuola, importante per la loro formazione e non solo per la loro istruzione. Il progetto, che si struttura in 8 interventi formativi rivolti ai Peer Educator, che quest’anno sono circa 100, prevede che i ragazzi fungano da facilitatori per trasmettere ai propri compagni non solo informazioni sui comportamenti a rischio e di protezione, ma anche sui servizi offerti dall’Azienda sanitaria a questa fascia d’età. Ci sono Peer junior e senior: i primi sono studenti delle terze alla prima esperienza, i secondi hanno già affrontato il progetto negli anni precedenti e hanno voluto portarlo avanti. Gli interventi nelle classi seconde si strutturano in un paio d’ore affidate ai junior, due ore per i senior e un’ora a cura di un docente di classe appositamente formato.
L’adesione al progetto avviene su base volontaria, con l’approvazione del Collegio docenti per le classi e il consenso dei genitori per i Peer.
«Nel percorso di promozione della salute – spiega Vittoria Sola, responsabile del progetto per l’Ass 1 Triestina – i Peer sviluppano soprattutto una serie di abilità (life skills), dall’autoconsapevolezza alla capacità di relazionarsi, a quella di parlare in pubblico. I ragazzi diventano cittadini attivi e protagonisti del proprio percorso di salute. Con “Afrodite” si presentano i rischi di certi comportamenti, che sono dati statistici, e s’impara cosa fare per proteggersi. L’informazione è il primo strumento forte di protezione. Basti pensare come circolano tra i ragazzi le bufale: le “ricette” su come non rimanere incinta, per esempio, se le passano sempre tra coetanei. Meglio allora iniziare da informazioni corrette». (g.b.)
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