A spasso sui luoghi della Guerra fredda
Singolare esperienza per un gruppo internazionale di amici dell’Istituto per gli Incontri mitteleuropei che, sabato scorso, hanno vissuto quello che il programma delle celebrazioni del cinquantesimo di fondazione dell’Istituito, definiva “itinerario storico-culturale” che ha avuto inizio nella seconda parte della mattinata di sabato con un percorso pedonale attraverso i luoghi che fanno di Gorizia una città mitteleuropea: la casa e la statua di Carlo Michelstaedter, fino alla casa Ascoli, l’anonima via e la sinagoga ebraica. Il gruppo, particolarmente numeroso e appassionato, ha attraversato su un pullman da palazzo Attems verso il cimitero ebraico di Nova Gorica, prestigioso luogo della memoria cittadina che bene definisce lo spirito e l’anima di Gorizia.
Il gruppo ha quindi raggiunto il cimitero di Miren-Merna dove, unitamente a un altro gruppo di visitatori internazionali, ha potuto verificare gli effetti della cortina di ferro che segna pesantemente il luogo della deposizione dei defunti di quella comunità: per molti è stata una novità che ha trovato occasione di condividere nelle diverse lingue - sloveno, italiano tedesco e ungherese- l’esperienza tragica della conclusione della seconda guerra e il tempo della “guerra fredda”. La simpatia e lo spirito dei presenti ha potuto manifestarsi in un coro che ha guardato al futuro con la consapevolezza di dire no ai muri e alle divisioni.
E’ stato quindi raggiunta la località di San Martino del Carso con l’obiettivo di ripetere il percorso che il poeta Giuseppe Ungaretti compì esattamente cinquanta anni fa con i promotori del primo convegno mitteleuropeo sulla poesia. I luoghi ed i monumenti sono stati al centro della partecipata attenzione dei presenti che hanno idealmente riascoltato il messaggio di Ungaretti alla città di Gorizia ed al Goriziano tutto: un messaggio di pacificazione e di riconciliazione, un no coraggioso ad ogni violenza ed una riaffermazione che la civiltà del dialogo e dell’incontro appartiene al passato ma soprattutto al futuro. Il viaggio è proseguito verso Doberdò del Lago dove il gruppo ha fatto visita alla Cappella degli ungheresi che è meta della visita di molteplici gruppi proveniente dal paese magiaro. Monumento alla tragedia della Honved decimata in maniera tragica proprio nell’estate del 1916; unico segno che raccoglie i cimiteri dove –sui due fronti- ebbero finalmente la pace ed il riposo decine di migliaia di soldati dei due fronti. L’itinerario si è concluso davanti alla stazione della Transalpina con rientro dall’ex valico di via San Gabriele, dove l’istituto ha in animo la posa di un segno in memoria dei sindaco Michele Martina e Josko Strukel. La festa e continuata in un momento di fraternità tra i presenti.
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