A Torino il Museo Egizio dedica una sala a Regeni

Decisione della prstigiosa istituzione piemontese per ricordare l'assassinio del giovane di Fiumicello al Cairo: è il luogo dov'è conservato l'antichissimo papiro che racconta del primo sciopero indetto dalle maestranze al servizio del faraone
Il Museo Egizio di Torino
Il Museo Egizio di Torino

TORINO Un omaggio «giusto e doveroso», come lo definisce il sindaco di Torino Piero Fassino, per ricordare «ogni giorni un giovane ricercatore ucciso barbaramente da chi nega e soffoca ogni istanza di libertà». Il Museo Egizio di Torino, il più antico del mondo e il più importante dopo quello del Cairo per il valore dei suoi reperti, dedica una propria sala a Giulio Regeni, torturato e ucciso nei giorni scorsi nella capitale egiziana.

La sala è quella storica di Deir El Medina, la numero sei al primo piano della storica sede di via Lagrange che lo scorso aprile ha inaugurato al pubblico il suo rinnovato percorso espositivo. Una scelta non casuale dal momento che Regeni in Egitto si occupava in particolare dei sindacati del Paese. Tra i 245 reperti che ospita, testimonianza delle professioni artigiane e operaie nell'Egitto dal XVI al XI a.C., c'è infatti anche il papiro relativo al primo sciopero avvenuto nel ventinovesimo anno di regno di Ramesse III da parte delle maestranze non pagate del villaggio omonimo.

«La memoria di Giulio dovrà essere mantenuta viva attraverso lo studio, la tolleranza e la convinzione che solo attraverso la reciproca comprensione tra fedi, culture e ideali diversi si possa produrre un mondo migliore», spiega il Museo Egizio di Torino. Che esprime alla famiglia del giovane studioso italiano «le più sincere condoglianze» e «l'affetto di tutti i suoi curatori», da anni impegnati in «rapporti di studio, collaborazione e scambio culturale coi colleghi egiziani».

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