A Umago bruciata l’auto a un politico

Il presidente del Consiglio comunale Vukši„, prosciolto dall’accusa di usura: «Non so se si tratti di avvertimento»
Di Andrea Marsanich
MATULJI 16.09.2015 REPORTAŽA TIBO MATULJI FOTO RONI BRMALJ
MATULJI 16.09.2015 REPORTAŽA TIBO MATULJI FOTO RONI BRMALJ

UMAGO. Drammatico weekend per il presidente del Consiglio comunale di Umago, Milan Vukši„, al quale sabato scorso è stata bruciata l’auto, episodio verificatosi nelle immediate vicinanze della casa in cui abita, in via Moela, ad Umago.

L’incidente è avvenuto una decina di giorni dopo che Vukši„ aveva letto – nel corso della sessione del parlamentino umaghese – la decisione della procura statale che respingeva la denuncia contro lo stesso Vukši„ e il suo figlio 22enne, sospettati di usura. Le fiamme, stando a quanto raccontato dal politico istriano (membro dei Verdi), sono divampate una trentina di minuti dopo la mezzanotte, danneggiando gravemente la parte posteriore della vettura, una Peugeot 309, acquistata da Milan nel 1991.

«Ero sveglio e ad un certo punto ho notato il bagliore delle fiamme – è quanto detto da Vukši„ ai giornalisti – mi sono precipitato fuori di casa con l’estintore e grazie alla mia rapida reazione ho potuto salvare la vettura. I vigili del fuoco, arrivati dopo pochi minuti, non sono quasi entrati in azione in quanto l’incendio era praticamente domato».

Ha confessato che non lo toccano minimamente i danni materiali subiti dalla macchina, rilevando che è invece molto preoccupato per quanto accaduto. «Non so se si tratti di un avvertimento, di una minaccia o di qualcosa d’altro. Non so nemmeno se il caso sia in qualche modo legato al mio presunto strozzinaggio, sospetti rivelatisi infondati. Spero che la polizia possa arrestare in poco tempo l’autore o gli autori di questo vergognoso episodio. È comunque evidente che il sottoscritto arrechi disturbo a qualcuno».

Il fuoco ha danneggiato il bagagliaio dell’auto e gli oggetti all’interno, con la Peugeot già sottoposta a riparazione. Vukši„, assieme al figlio e ad altre persone, era stato sospettato dalla polizia umaghese all’inizio dello scorso agosto per usura e istigazione a delinquere. Secondo le forze dell’ordine (in riferimento all’istigazione a deliquere), nel 2013 il figlio del politico si sarebbe fatto prestare somme di denaro da un 36enne. Dato che il 22enne non avrebbe restituito i soldi, l’altro avrebbe cominciato a minacciarlo, pretendendo di tornare in possesso del suo denaro.

Il giovane riteneva invece di avere restituito tutto quanto gli era stato prestato, e anche di più, cosicchè Milan Vukši„ avrebbe ingaggiato un 39enne per “riportare alla calma” il 36enne. La procura statale, dopo avere valutato quanto effettivamente accaduto, ha bocciato a fine gennaio le accuse avanzate dalla polizia.

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