«Ad aprile il mio progetto metropolitano»

Il primo cittadino: «Sono sempre stato favorevole. Dobbiamo convincere gli altri che siamo noi il fulcro»
Di Silvio Maranzana
Lasorte Trieste 20/02/16 - Teatro dei Fabbri, Assemblea PD su Elezioni 2016, Grim, Cosolini
Lasorte Trieste 20/02/16 - Teatro dei Fabbri, Assemblea PD su Elezioni 2016, Grim, Cosolini

«Le primarie del 6 marzo non saranno un referendum pro o contro la città metropolitana». Per ribadirlo Roberto Cosolini ha convocato una conferenza stampa in cui ha specificato di essere stato da sempre favorevole alla città o all’area metropolitana e ha fatto un annuncio: «Non mi impegno a portare entro un anno all attenzione del Consiglio comunale una delibera (come ha fatto il suo contendente Francesco Russo, ndr.) preferisco impegnarmi a portare entro la fine di aprile un progetto strategico metropolitano che specificherà con chi e con quali obiettivi intendiamo fare la città metropolitana, quale assetto istituzionale vogliamo darle e in che tempi contiamo di concretizzarla. Una semplice delibera infatti - ha aggiunto - potrebbe non avere seguito se non la votano gli altri territori. Noi invece prepareremo un progetto strategico con chi ci crede veramente e gli elettori potranno giudicare. Mi impegno dunque a seguire un percorso politico sul quale lavorerò con persone che condividono il progetto metropolitano per Trieste».

Per avvalorare il suo operato in questa direzione ha citato un dibattito di oltre due anni fa alla libreria Minerva promosso da Trieste Cambia ia cui partecipò assieme a Drossi Fortuna, Fasola e Antonione. «Di fatto - ha commentato il sindaco - fu lì che riaprimmo la questione». Ha ricordato anche di aver «preso posizione nei confronti del voto del Consiglio regionale del dicembre 2014 giudicandolo un voto viziato da pregiudizio» e di aver «sostenuto tutte le iniziative tese a riportare tra le prerogative statutarie della regione la possibilità di istituire città metropolitane». Secondo Cosolini però è anche arrivato il momento di specificare di cosa si sta parlando. «Dopo i messaggi flash, bisogna entrare nel merito. La città metropolitana non sono gocce che servono sia per il mal di testa che per quello di stomaco che per la diarrea. È uno strumento importante per creare un governo unitario a un’area vasta che metta a sistema fattori di sviluppo e i servizi collegati.» E più avanti ha citato a questo proposito le integrazione dei porti, delle zone industriali, dei sistemi di trasporto pubblico locale. «Non possiamo però - ha ammonito - dire che noi triestini dobbiamo a essere il fulcro di un territorio metropolitano, dobbiamo convincere gli altri a considerarci il fulcro. Insomma bisogna prima partire dalle alleanze e definire poi il contenitore». Infine i soldi, che non sono poi così tanti. «I fondi sono complessivamente 800 milioni divisi in tre assi intervento, ma per una piccola città metropolitana del Nord Italia arriverebbero all’incirca 40 milioni suddivisi in 7 anni. Per fare un raffronto basti dire che due anni fa siamo riusciti a salvare il Teatro Verdi perché in una notte la Regione acconsentì a stanziare 14 milioni e solo sui progetti Pisus abbiamo incassato 6,5 milioni.

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