Addio a Paolo Geri «Un vero comunista»

«Si faceva politica “a tempo pieno” per passione e per gli ideali che ci animavano, con impegno e con sacrificio, non per fare carriera come oggi spesso avviene, anche a sinistra. Di recente Mara...

«Si faceva politica “a tempo pieno” per passione e per gli ideali che ci animavano, con impegno e con sacrificio, non per fare carriera come oggi spesso avviene, anche a sinistra. Di recente Mara Carfagna ha dichiarato: “Io non mi vergogno di aver fatto la presentatrice. Qualcuno, invece, dovrebbe vergognarsi di aver fatto il funzionario del Pci”. Mi dispiace deludere il ministro: io di essere stato funzionario del Pci ero e sono orgoglioso». Paolo Geri, nato nel 1951 e consigliere circoscrizionale per la Federazione della Sinistra a Gretta Roiano e Barcola, lo scriveva nel maggio 2010. E martedì scorso se ne è andato per sempre stroncato da un infarto. Un piccolo grande comunista.

«Ho studiato medicina per 5 anni per poi fare altro» annotava sul suo profilo Facebook. E altro è stato fare il funzionario del Pci a partire dal 1975, quando aveva 24 anni: “funzionario tecnico” in stamperia, “funzionario politico”, membro della segreteria provinciale, braccio destro di Claudio Tonel. Un vero custode delle memorie di via Capitolina dall’unica visita di Enrico Berlinguer alla presenza quotidiana di Vittorio Vidali, il comandante Carlos. In via Capitolina ha visto passare anche il sindaco Roberto Cosolini, segretario della Fgci («Ricordo il tuo impegno, la tua passione civile e politica, dalla parte dei più deboli»). Dopo un breve distacco, legato alla fine del Pci, era tornato alla politica attiva con il Partito dei comunisti italiani (ora Partito comunista d’Italia). Sempre presente alle feste “rosse” della Casa del Popolo di Sottolongera. Il suo ultimo contributo è stato la sintesi al tavolo del welfare della sinistra che sta costruendo un’alternativa al Pd alle amministrative. «Mi mancherà la tua carica umana, il tuo entusiamo per la lotta che si traduceva in un impegno costante nelle istituzioni e nella vita quotidiana» ricorda Bruna Zorzini, segretaria dei comunisti italiani. «Che credibilità può avere un partito come il Pd triestino in cui le decisioni assunte dagli organismi dirigenti possono essere capovolte da un semplice eletto, per quanto lo stesso sia un senatore?» è la domanda rimasta senza risposta su Facebook. Una volta c’era il Pci. E qualcuno era comunista.(fa.do.)

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