«Adesso una vetrina anche per la Malvasia»

Tra i vitigni più antichi della provincia triestina, la Malvasia occupa un posto di assoluto rilievo tra le bottiglie locali. A questo vino bianco dal passato illustre, i viticoltori locali dedicheranno una specifica manifestazione. In attesa di concretizzare l’idea, l’Associazione Viticoltori del Carso archivia con soddisfazione l’ottava edizione di “Mare e Vitovska”. Al centro degli eventi la bianca Vitovska, un vino autoctono sul quale i produttori triestini stanno investendo risorse e idee. Location principale dell’iniziativa il Salone degli Incanti, con il suo spazio immenso e i suoi tavoli di marmo dove i cultori del vino d’autore hanno potuto degustare trenta bottiglie diverse scambiando pareri e opinioni con i produttori, accompagnando gli assaggi con diverse proposte gastronomiche presentate da ristoratori indigeni e della vicina Slovenia.
Per chi ama bere bene, l’incontro diretto con i viticoltori rappresenta un momento di confronto e di approfondimento molto apprezzato. Con Noris Vesnaver, sommelier e Donna del vino, membro del comitato organizzatore, il consuntivo sulla manifestazione è più facile: «La due giorni è andata alla grande, in particolare nella giornata di sabato nella quale abbiamo potuto contare sulla visita di diversi turisti. C’è sempre più interesse per i vini tipici, quelli che rappresentano un territorio, la sua cultura, le precipue tecniche produttive. La Vitovska è uno dei questi, un vitigno singolare, che cresce in aree difficili e eroiche come quelle carsoline».
L’Italia del vino – secondo la sommelier - è caratterizzata da vitigni tipici, legati indissolubilmente alla terra che li produce. Sono bottiglie che si fanno notare principalmente per la loro caratterizzazione territoriale. E’ questo il loro appeal, la loro forza d’attrazione in quei mercati internazionali inondati da Merlot, Cabernet e Sauvignon vinificati in quantità enormi nella mega cantine australiane, sudafricane e californiane. «Non possiamo competere con chi, producendo grandi numeri, è in grado di fornire prodotti a prezzi competitivi; ma la nostra forza – insiste la Vesnaver – è proprio l’unicità del vitigno, la sua cultura secolare, i metodi originali e unici con cui viene vinificato». «Insisteremo con maggiore determinazione su questa linea – afferma Noris Vesnaver. Queste manifestazioni verranno riproposte e, nonostante gli impegni nelle rispettive aziende, pensereremo anche a qualcosa di speciale per dare risalto alla nostra rinomata Malvasia. Continueremo pure la collaborazione con i viticoltori sloveni, con i quali condividiamo il progetto “Agrotur” finanziato dalla Comunità Europea. Tra gli altri obiettivi, la creazione della doc internazionale dedicata al Terrano che darà ulteriore forza e visibilità al nostro rosso di punta».
Maurizio lozei
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