Agente penitenziario aggredito da un detenuto

Un’agente penitenziario è stato aggredito da un detenuto nel carcere di Trieste, ha dovuto ricorrere alle cure del medico del Pronto soccorso di Cattinara. La denuncia arriva dalla Segreteria generale del Cosp, il Coordinamento sindacale penitenziario.
È successo ieri mattina poco dopo le 10. L’agente, che stava svolgendo il suo normale servizio tra le celle, è stato sbattuto violentemente a terra da un detenuto, un triestino condannato per spaccio di droga. Subito soccorso dai colleghi, è stato trasportato al Pronto soccorso dell’ospedale dove è stato trattenuto per alcune ore. Per il Cosp, nella Casa circondariale di via Coroneo «si lavora in situazioni di criticità, con più posti da vigilare, a volte anche 20 o 40 detenuti contemporaneamente, con grave carenza di personale di polizia e con detenuti sempre aperti nel corso della giornata lavorativa. Il risultato poi sono aggressioni e aggrediti». Il detenuto triestino, 38 anni, non è nuovo a episodi del genere. «È una situazione d’ingovernabilità. Il detenuto è stato più volte prima sanzionato e poi, “graziato” forse da chi dovrebbe applicare norme e regolamento» afferma il comunicato del sindacato.
«L’episodio di aggressione ai danni della Polizia penitenziaria oggi a Trieste - sottolinea ancora il Cosp - segue di poco altri episodi accaduti in Campania, per non parlare di quelli accaduti in Sardegna e Sicilia, prima in Puglia e Basilicata. Insomma un diario di bordo penitenziario già stabilito giornalmente almeno sul numero delle vittime che il carcere e le sue evoluzioni dinamiche sfornano giorno dopo giorno». Il Coordinamento sindacale denuncia anche la particolare situazione della sede di Trieste: «Deve essere assegnato un direttore titolare. Ora opera un direttore che si dividerebbe tra più istituti, distanti uno dall’altro. Avevamo e abbiamo anche richiesto un avvicendamento nel comando per le situazioni contrattuali e mancato rispetto delle norme di garanzia contrattuale che in questi mesi si sarebbero verificate e puntualmente segnalate dal sindacato. Ma il provveditore regionale sembra tranquillo; ancora più sereno il Dipartimento, tanto chi opera al fronte sono i “baschi azzurri”, non certamente chi siede dietro comode scrivanie». (fe.vi)
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