AGGRAPPATI ALL’EMERGENZA

È inevitabile, ma anche comprensibile, che l’opposizione tenti in ogni maniera di creare ovvero, meglio, di aumentare i problemi della composita coalizione di governo guidata da Romano Prodi. Il primo dovere di un’opposizione democratica è, infatti, quello di fare cadere il governo. Poi si vedrà. Per la loro complessità e la loro conflittualità, i rapporti intercorsi fra Vincenzo Visco e il comandante della Gdf Speciale, si prestano splendidamente a un’operazione di ulteriore indebolimento di Prodi. In maniera non troppo brillante, il governo ha almeno temporaneamente risolto il problema, ottenendo da Visco un responsabile passo indietro, ma concedendo a Speciale, con troppa generosità, di fare un passo avanti, promuovendolo alla Corte dei conti. L’ultima parola sul caso, come è giusto nelle democrazie parlamentari, spetta al Senato dove si avranno le comunicazioni in materia e verrà espresso uno o più voti. Sempre alla ricerca di pretesti, Silvio Berlusconi non sa effettivamente a quale santo (istituzionale) votarsi.


Non gli serve a nulla appellarsi al Presidente Napolitano che ha già fatto conoscere il suo pensiero, in una impeccabile logica costituzionale: problemi come questo si risolvono in Parlamento che è il luogo del confronto istituzionalmente corretto fra governo e opposizione. Berlusconi fa il dispiaciuto, anche perchè la logica costituzionale non è mai stata il suo forte e non vede proprio perchè dovrebbe impararla adesso. Il fatto è che, nonostante una ottima prestazione delle liste del centrodestra (non è più possibile dire "della Casa delle Libertà" dopo la fuoriuscta di Casini, la cui Udc, incidentalmente non è mica andata bene), la logica politica della spallata non si è manifestata appieno nelle elezioni amministrative. Certo, se qualche ballottaggio chiave, nelle città di Parma e Lucca e nella provincia di Genova, premiasse il centrodestra, allora le richieste pressanti di dimissioni di Prodi si leverebbero altissime poichè Berlusconi ha fretta.


Neppure allora Giorgio Napolitano le prenderebbe in seria considerazione perchè quelle richieste continuerebbero a essere improprie. Adeguato, sufficiente e appropriato a una richiesta di dimissioni di Prodi è, nella autorevole opinione di Napolitano, soltanto un voto esplicito contro il governo. Data la litigiosità della risicata maggioranza e gli egoismi di tutti i leader, mentre il solo Fassino si affanna a tenere insieme le sparse membra del centrosinistra, quel voto potrebbe arrivare in qualsiasi momento. Tuttavia, ho l’impressione che il momento non sarà quello annunciato in precedenza.


La maggioranza riesce, seppur faticosamente, a ricompattarsi quando è obbligata a trovare soluzioni nelle emergenze. Il rischio grave è rappresentato dalla comparsa improvvisa di una emergenza inaspettata. Una coalizione di governo non può fare troppa strada se, di volta in volta, mira soltanto a guadagnare tempo e a ricompattarsi. Non sarà la navigazione a vista verso un Partito democratico che sembra creare più tensioni che soluzioni a migliorare lo stato e le prospettive del centrosinistra. La situazione complessiva rimane non promettente; insomma, bruttina.

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