«Aiutare i compagni ha fatto bene anche a me»

La soddisfazione più grande legata al progetto “Peer education”? Matteo Giugovaz, presidente della Consulta provinciale degli studenti, la racconta così: «Vedere le tante adesioni da parte di ragazzi che si sono messi gratuitamente a disposizione dei loro compagni, per aiutarli nel pomeriggio a recuperare le carenze scolastiche. Al Petrarca si sono proposti come educatori cinquanta studenti, all'Oberdan trenta. Noi abbiamo chiesto una certificazione anche da parte del docente, per garantire che gli educatori fossero in grado di svolgere il loro ruolo. E la maggior parte di quelli che si erano proposti l'ha ottenuta, a riprova del fatto che la loro scelta è stata consapevole: sapevano di potersi mettere in gioco».
Gabriele Zucca, che frequenta la quinta D al liceo scientifico Oberdan, è uno di loro: è diventato “prof” di scienze per gli studenti di seconda della sua scuola. «Un'esperienza che mi è piaciuta molto: mi ha fatto bene perché per insegnare ai miei compagni ho dovuto ripassare argomenti di biologia e chimica che altrimenti avrei rischiato di dimenticare. E ho raccolto molti commenti positivi anche da parte dei ragazzi che hanno seguito la lezione - racconta ancora Zucca -: l'età simile, un linguaggio comune ed esperienze condivise aiutano la comprensione, anche quando si tratta di materie scolastiche. Tra studenti e educatori si è creata una grossa complicità - prosegue il “prof” in erba -, che ha permesso ai ragazzi di apprezzare le ore extra a scuola, vivendole non come un'imposizione ma come una forma di arricchimento personale».
Riprende il presidente della Consulta provinciale degli studenti: «Al Petrarca ho parlato sia con i ragazzi che hanno seguito i corsi sia con gli educatori, e da ambedue le parti c'è stata molta soddisfazione, tanto che alcuni ragazzi hanno chiesto di continuare l'esperienza. Perciò dal 15 febbraio e fino a metà aprile intendiamo realizzare altri moduli di otto ore nelle materie portanti: non saranno più corsi finalizzati al recupero, ma offriranno un vero e proprio sostegno a tutti i ragazzi che vorranno usufruirne».
I ragazzi-educatori, che riceveranno per il loro impegno un credito formativo e un attestato, sono stati anche valutati nell'insegnamento dai propri compagni: «Una valutazione che ci aiuta a crescere – commenta Zucca -. E che piacere vedere che in alcuni casi i ragazzi preferiscono le nostre spiegazioni rispetto a quelle dei prof! Ma c'è anche il rovescio della medaglia. Finalmente ho capito anche quello che provano i miei insegnanti quando siamo distratti: vedere una classe disattenta mentre spieghi finisce inevitabilmente col demoralizzarti». (g.b.)
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