Al Consultorio più neomamme straniere

Nel 2015 seguite 306 donne in attesa, di cui 131 italiane. Non solo gravidanze, registrati 266 uomini per problemi di coppia
Di Laura Blasich
Pregnant Woman Eating Apple on Bed --- Image by © Holger Winkler/Corbis
Pregnant Woman Eating Apple on Bed --- Image by © Holger Winkler/Corbis

A quarant’anni dalla sua nascita, con legge nazionale, il Consultorio familiare continua a essere un punto di riferimento fondamentale per molte donne, e non solo, anche a Monfalcone e nel resto del Basso Isontino.

I dati di attività relativi allo scorso anno parlano chiaro. Nel 2015 sono state 1.750 le persone, per il 74% italiane e per un terzo occupate, che si sono rivolte al servizio territoriale dell’Azienda per l’assistenza sanitaria, collocato nell’ospedale di San Polo. In larga maggioranza si è trattato appunto di donne (1.484), ma anche gli uomini (266) hanno utilizzato il Consultorio perlopiù per problemi relativi alla coppia e alle risoluzione dei conflitti.

«Con la riorganizzazione dei percorsi nascita - spiega il responsabile, lo psicologo Giorgio Segatto -, il Consultorio si occupa dalla metà del 2014 anche di seguire le gravidanze fisiologiche». Nel 2015 il servizio ha quindi “accolto” 306 donne in attesa, di cui 131 italiane e 175 straniere (di cui 148 originarie di Paesi extracomunitari e 27 di Paesi dell’Unione europea). Non si tratta, ovviamente, di tutte le donne che hanno partorito nel Punto nascita dell’ospedale monfalconese, che nel 2015 ha assistito 700 parti circa.

Il Consultorio, quindi, rimane un punto di riferimento per chi ha forse meno possibilità di scelta, dimostrando però di essere nello stesso tempo di essere ormai conosciuto dalle comunità straniere residenti soprattutto in città. «Funziona il passaparola - spiega Segatto -. Il Consultorio ha comunque realizzato depliant informativi in rumeno, bengalese, cinese, inglese e francese». Le donne straniere si servono del resto soprattutto dei servizi ostetrici, evitando quelli a carattere di consulenza sociale e psicologica. E poco importa che l’unico ginecologo full time del servizio sia un uomo. «Se ci sono stati degli episodi di difficoltà - spiega il responsabile -, c’è stato via via anche un adattamento».

Nonostante l’afflusso crescente di utenti, il Consultorio può contare anche su una ginecologa a 12 ore settimanali, su due ostetriche part time (di fatto una, quindi), due psicologi incluso il responsabile del servizio per Monfalcone e Gorizia, un’assistente sociale e mezza, un’infermiera pediatrica di accettazione, che negli anni ha curato il Punto ascolto mamma e i corsi di massaggio neonatale. Nonostante sia previsto per legge, il legale non c’è, come non c'è il pediatra.

Il Consultorio di Monfalcone, però, ha deciso di aderire con convinzione al progetto del Comune che gli ha offerto l’opportunità di uscire dalle mura dell’ospedale per approdare in centro, nella sede della Microarea, dove ogni venerdì mattina, alle 10, fino alla fine di maggio attiverà uno Spazio mamma.

«Il Consultorio nasce come servizio territoriale - ricorda il responsabile - e quindi deve intercettare il bisogno del territorio. È una cosa positiva uscire dall’ospedale per entrare nei quartieri». Il progetto non si concluderà a fine maggio, perché lo Spazio mamma è già previsto riapra tra settembre e dicembre. «A fronte della delibera del 13 aprile con cui la giunta regionale ha indicato proprio le linee guida per la valorizzazione dei Consultori - afferma l’assessore alle Politiche sociali e pari opportunità Cristiana Morsolin -, crediamo sia importante mettere le risorse umane necessarie nel Consultorio di Monfalcone, un servizio che nasce a metà degli anni Settanta dello scorso secolo anche per aiutare chi non ha mezzi. Penso alla consulenza legale, necessaria per affrontare una separazione e che non tutti i cittadini, uomini o donne che siano, hanno la possibilità di permettersi».

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