Al Maggiore e sull’altipiano le nuove “case della salute”

Pronti a primavera i tre Centri di assistenza che affiancheranno il polo di Muggia Crescono capacità di accoglienza delle Rsa e servizio infermietistico domicilare
Silvano Trieste 23/12/2014 Direzione Sanitaria, conferenza stampa
Silvano Trieste 23/12/2014 Direzione Sanitaria, conferenza stampa

Nel 2016 a Trieste nasceranno tre nuovi Centri per l’assistenza primaria, accanto a quello attivo da poche settimane a Muggia. Il commissario dell’Aziensa sanitaria 1, Nicola Delli Quadri, si è dato un paio di mesi per la creazione di due Cap al Maggiore, mentre sul terzo ci sono ancora dubbi da sciogliere, con San Giovanni e Aurisina in ballottaggio. Controllate dai Distretti territoriali, queste “case della salute” assoceranno ognuna sei o più medici di famiglia, coprendo una platea di 20-30mila pazienti, come previsto dall’accordo (e dagli incentivi) stretto di recente fra medici di base e Regione. I dottori seguiranno i propri pazienti o quelli dei colleghi, qualora questi non fossero di turno: i poliambulatori saranno infatti aperti dalle 8 alle 12 ore consecutive, per cinque giorni alla settimana, con due ore di funzionamento anche il sabato e nei prefestivi.

L’inserimento nelle strutture dell’Aas, metterà inoltre a disposizione dei Cap un rapporto di prossimità con medici specialistici e vari servizi, quali laboratori d’analisi, radiologia, fisioterapia, assistenza sociale. I nuovi Centri sono considerati la cellula principale della sanità territoriale disegnata dalla riforma regionale, con lo scopo dichiarato di cambiare approccio alla cura. Mentre l’ospedale continuerà a occuparsi della fase acuta delle patologie, i Cap daranno risposta alla riabilitazione post ricovero e alle necessità assistenziali di una popolazione in costante invecchiamento. Delli Quadri sostiene la nuova impostazione: «Due mondi finora lontani, ospedale e territorio, hanno cominciato a lavorare insieme: è la direzione in cui bisogna andare e i Cap rappresentano una delle sfide principali della riforma».

I dati sull’andamento dei ricoveri nell’Aas triestina mostrano che le cose stanno in effetti cambiando. Se il tasso di ospedalizzazione è in calo dagli anni ’90 in tutto il Fvg, l’Azienda 1 mostra una diminuzione più marcata delle quattro consorelle regionali e crescono più che altrove i ricoveri nelle Rsa, sedi non ospedaliere dove i pazienti dimessi si sottopongono a riabilitazione o vengono assistiti se non autosufficienti. L’Ass giuliana mostra grande capacità di utilizzo delle Rsa, mantenendole occupate al 99%, quando il tasso regionale è dell’88%. Nel 2015 le residenze triestine hanno registrato circa 2.800 ricoveri, pari a 77.761 giorni di degenza: rispetto al 2014 i pazienti aumentano dell’1%, ma le giornate di degenza diminuiscono di 3.700, con un -4,6% che indica il ridursi del tempo necessario per il ritorno a casa. Sul tempo di degenza Trieste resta tuttavia sopra la media regionale: 27,3 giorni contro 24,6. L’altra gamba del sistema è l’assistenza domiciliare dei pazienti cronici o con disabilità. Nel 2015 il Servizio infermieristico domiciliare si è ampliato: 8.513 assistiti contro gli 8.044 dell’anno scorso -, in controtendenza con il resto del Fvg. (d.d.a.)

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