Al setaccio in aula il rendiconto del Comune

Un terzo del bilancio comunale del 2013 è stato destinato ai servizi sociali, l’11% all’educazione, polizia locale e cultura sono rimaste al 5%-6%, e nel complesso il bilancio ha messo a consuntivo un disavanzo di 2 milioni sulla parte corrente «perché sono stati rimborsati mutui in misura maggiore rispetto agli scorsi anni, mentre il conto capitale è stato “in asfissia”, si sono potuti spendere per manutenzioni straordinarie solo i 38 milioni che Stato e Regione hanno “liberato” dal patto di stabilità». In poche parole ieri in consiglio comunale l’assessore al Bilancio Matteo Montesano ha fotografato la situazione economica dello scorso anno. Specificando che se la spesa corrente sembra dalle cifre più alta «è solo perché sono incluse le quote che poi vanno girate allo Stato». Una sintesi assoluta che dai banchi dell’opposizione ha contestato soprattutto Paolo Rovis, capogruppo Pdl, dimostrando in lungo e in largo come guardando alla spesa pro capite essa sia aumentata rispetto al 2012 di 120 euro, da 1369 a 1489 euro, «ma non per servizi, bensì per funzioni dirigenziali, di amministrazione e controllo». Si è lamentato anche Everest Bertoli (capogruppo Fi), specie per il fatto che il Comune dichiara “inesigibili” contravvenzioni del 2012 pari a 1,2 milioni e perché ha classificato come “maschere teatrali” gli uscieri comunali, per nuovo inquadramento. «Una vergogna - l’ha definita Bertoli -, fatta per risparmiare».
La seduta è iniziata alle 20, il sindaco era reduce dalla cerimonia funebre del consigliere comunale del Pd Stefano Beltrame, che è stato lungamente, e appassionatamente ricordato in apertura di seduta con interventi del presidente dell’aula Iztok Furlanic, del capogruppo Giovanni Maria Coloni e dello stesso sindaco Roberto Cosolini. Passare da tanta umana tristezza, da tanti ricordi ed espressioni di stima per un compagno di strada e di politica morto in montagna nel pieno dei suoi entusiasmi e impegni di vita, alle cifre del bilancio ha richiesto una certa disciplina. Cui non si è sottratta Antonella Grim, assessore all’Educazione, destinataria di numerosi quesiti dello stesso Bertoli su costi e ricavi dei servizi scolastici. Tutti hanno portato più soldi nelle casse comunali, i ricreatori addirittura 145 mila euro, il “Ricrestate” 80 mila, i nidi circa 200 mila, le scuole dell’infanzia quasi 77 mila in virtù della nuova tassa d’iscrizione, prima inesistente.
Ma è stato appunto Rovis a spulciare i dettagli: «Per il turismo si spendevano 3,41 euro pro capite e si è passati a 2,78, per la cultura da 80 a 77 euro, ma per l’amministrazione, la gestione e il controllo le cifre sono lievitate da 310 a 410 euro per cittadino». (g. z.)
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