Alessio Boni e Cristiana Capotondi a Trieste per rifare Hitchcock

Dal 18 giugno le riprese del remake del celebre «Rebecca»
TRIESTE Per Trieste si prospetta un'estate calda sul fronte delle produzioni audiovisive presenti in città. Dopo l'inizio delle riprese della commedia romantica «Amore, bugie e calcetto», figlio del connubio di due nomi fondamentali nel panorama della produzione cinematografica, Cattleya e Warner, potrebbe arrivare nel capoluogo giuliano anche la Titanus, per realizzare il remake televisivo di un capolavoro immortale: «Rebecca, la prima moglie», film di Alfred Hitchcock premiato con l'Oscar.


A prendere il posto di Joan Fontaine e Laurence Olivier, nella storia gialla e inquietante di un uomo che vive nell'ossessione della moglie morta, sarebbero Cristiana Capotondi e Alessio Boni, accompagnati nel cast da due attori di razza come Omero Antonutti e Mariangela Melato. Dietro la macchina da presa, invece, dovrebbe arrivare Riccardo Milani, regista che fin qui ha firmato film di taglio sentimental-sociale («Il posto dell'anima» e «La guerra degli Antò»), e fiction tv di successo («Il sequestro Soffiantini», «Cefalonia»).


Perché Trieste abbia acquisito un appeal così forte nei confronti delle produzioni audiovisive, lo spiega in poche parole Simona Benzakein, vice presidente delle produzioni europee della Warner, che sta scoprendo la città con la troupe di «Amore, bugie e calcetto»: «È bella, ha un grandissima varietà di location, si arriva nei posti molto presto e non c'è traffico", dice la Benzakein. «E poi Trieste ha preso l'abitudine di fare cinema e ha una Film Commission che ”esiste”, che è davvero presente, gestita da una persona giovane e cinefila (il presidente Federico Poillucci, ndr). Infine, aspetto fondamentale, la gente è cordiale e disponibile e le maestranze che si trovano sul territorio sono veri professionisti».


In questo quadro idilliaco, l'unico rischio intravisto dalla Benzakein è l'inflazione dell'immagine della città: «Spero che non la si dia troppo per la televisione, altrimenti potrebbe diventare un déjà-vu». Riconoscibile o meno, Trieste è effettivamente da settimane una vera fucina di set. Il 22 giugno, dopo nove settimane di lavorazione, si concluderanno le riprese di «Morte in lista d'attesa» e «Le lunghe ombre della morte», i due film tratti dai romanzi di Veit Heinichen e girati per la Ard e la Orf, canali di punta della televisione tedesca e austriaca. A fine mese arriverà in città la troupe bulgara di «The World Is Big», firmato dal regista Stefan Kitanov, che girerà per cinque giorni la storia di un esule passato per il campo profughi a Padriciano dopo la guerra nei Balcani.


A settembre tornerà invece Lando Buzzanca, protagonista della fiction Rai «Mio figlio», girata a Trieste nel 2003 e tanto fortunata negli ascolti che la produzione Sacha Film ne realizzerà altre sei puntate (avvalendosi anche del finanziamento di centomila euro arrivato dal Film Fund della Friuli Venezia Giulia Film Commission). La troupe, guidata anche questa volta dal regista Luciano Odorisio, resterà in regione per ben quindici settimane. Infine, in questi giorni in città c'è la regista Liliana Cavani, che sta cercando location per la sua fiction «Albert Einstein», prodotta dalla Ciao Ragazzi di Claudia Mori per Rai Uno.


Se il progetto di «Rebecca, la prima moglie» verrà confermato, l'agenda di Trieste in veste di set per quest'estate sarebbe completa. Il primo ciak potrebbe essere battuto già il 18 giugno e le riprese continuerebbero per 8 settimane tra la Prefettura, il museo comunale di Villa Sartorio, Palazzo Vivante, il Teatro Verdi e il Porto Vecchio, dove verrà ricreata in esterni l'ambientazione londinese anni Trenta.


Perché «Rebecca», girato nel 1940, riproposto nel 2007 diventa un film in costume, che riprende la moda, gli stili, le auto dell'epoca. La troupe prevista per la produzione è di 33 persone, più 19 triestini e numerose comparse. La fiction, in due puntate, avrebbe dunque tutti i requisiti per candidarsi come prodotto di punta del palinsesto di Rai Uno per l'anno prossimo. Elisa Grando
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