Alloggi per single a Ronchi nella sede dell’ex biblioteca

Gli spazi inutilizzati di via Duca d’Aosta saranno trasformati in mini-appartamenti riservati a persone sole a partire da divorziati e anziani. In ballo 400 mila euro
Bonaventura Monfalcone-17.03.2014 Edificio ex biblioteca e ex csm-Ronchi dei Legionari-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-17.03.2014 Edificio ex biblioteca e ex csm-Ronchi dei Legionari-foto di Katia Bonaventura

RONCHI DEI LEGIONARI. Alloggi con spazi comuni per single, separati e anziani. Sarà questa la destinazione della palazzina di via Duca d’Aosta 6 a Ronchi dei Legionari che, un tempo, fu sede del centro di salute mentale e, ancor prima, della biblioteca comunale. Si sblocca così un’empasse che ha visto il fabbricato diventare malconcio, traballante e più che mai bisognoso di cure. Il Comune, che ha ricevuto dalla Regione un contributo di 400 mila euro attraverso il tavolo territoriale per l’edilizia residenziale, ha dato il via libera che porterà, si spera in breve tempo, a riconvertire la struttura.

Sarà possibile, non appena conclusi i lavori, in tempi non ancora fissati, aprire le porte della storica palazzina a una categoria di persone ben definita. Uomini e donne che, spesso, si trovano a fare i conti con una separazione o con un divorzio, a chi si trova, per scelta o casi della vita, a essere single e a quegli anziani che, magari, abitano in residenze troppo grandi per le loro esigenze.

Qualcosa di inedito nella cittadina e, finalmente, il coronamento di un sogno nel cassetto: quello di riportare in vita una struttura che è stata un punto di riferimento per molti decenni e che, come detto, oggi si trova in evidente stato di abbandono. Con una determina firmata dal responsabile dell’ufficio tecnico, Giovanni Rodà, è stato formalizzato l’incarico, all’architetto Ennio Snider, di affidamento professionale per la redazione del progetto di fattibilità tecnica ed economica, ma anche del progetto definitivo per l’esecuzione dei lavori di ristrutturazione dello stabile.

I tempi stringono, anche perché la Regione ha chiesto di velocizzare l’iter che, quindi, non dovrebbe subire intoppi. Il cantiere potrebbe partire nei primi mesi del 2019. Ma quando sarà finita quest’opera pubblica, oltre a risolvere le problematiche di alcune persone, permetterà anche a questo angolo di centro storico di avere una connotazione diversa dalla quale siamo tutti abituati. Anche perché via Duca d’Aosta, un tempo via Consorzio, è stata recuperata per quasi la sua totalità e, presto, si dovrebbe intervenire anche sulle storiche alberature che la contraddistinguono. È davvero sempre più malconcio quell’edificio di fine Ottocento che, nel corso degli anni, fu prima sede dell’ambulatorio comunale e del distretto sanitario, poi della biblioteca e, successivamente, del centro di igiene mentale.

Da alcuni anni, troppi, la palazzina che si sviluppa su due piani è abbandonata, il Cim e la sua casa famiglia si sono trasferiti nel rione di Selz e qui non vi opera ormai nessuno e l’edificio presenta i segni del tempo. Tante le idee che si sono sviluppate in questi anni per il suo recupero, mentre, nel recente passato, si pensò anche alla sua vendita. E tutto ciò a fronte del fatto che non c’erano i soldi e nemmeno i possibili finanziamenti per ristrutturare l’immobile. Naufragò, nel tempo, anche l’idea di realizzare qui una casa della cultura e delle associazioni. “Ora finalmente ci siamo – dice il sindaco, Livio Vecchiet – e come avevo già detto alcuni mesi fa, superato lo scoglio della Soprintendenza che ha vincolato l’immobile, cercheremo di velocizzare il più possibile l’iter per un pronto avvio dei lavori. Recuperare questo immobile è molto importante, come importante è cercare di dare delle risposte a chi ha fame di casa e non può permettersi di acquistarla».

@luca_perrino. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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