«Anche se sono scarti, la posizione non cambia: è furto»
Che fosse spinto solo dalla disperazione e si fosse ingegnato in qualche modo per racimolare poi un po' di soldi, o che il suo fosse un piano più articolato, con alle spalle acquirenti pronti a comprare il materiale rubato, non è di poco conto dal punto di vista legale ciò che attende l'uomo originario della Sierra Leone arrestato dai Carabinieri in fragranza di reato, mentre tentava di portar via materiali e oggetti assortiti dal centro di raccolta rifiuti di via Gregorcic, nel quartiere goriziano di Sant'Andrea e proprio al confine con il comune di Savogna d'Isonzo. Lo attendono, se le accuse verranno confermate dal giudice, una multa (anche piuttosto salata) e forse anche la galera. Le pene previste dal Codice penale per il reato di furto, insomma. «Il Codice definisce questa specifica situazione agli articoli 624 e 625, nel caso del furto aggravato - dice l'avvocato goriziano Dario Obizzi -. Per punire il furto servirebbe anche una querela, mentre nel caso di presenza delle aggravanti si può procedere anche d'ufficio, e le pene normalmente sono una multa che va dai 103 ai 1030 euro, e una reclusione in carcere da uno a sei anni. Ovviamente è il giudice che deve stabilire la gravità della pena all'interno di questa forbice, valutando le circostanze in cui il reato è stato commesso, all'entità e l'intensità del dolo, al valore della merce rubata».
Ecco dunque che il caso del ladro di origine africana nel centro raccolta di via Gregorcic diventa piuttosto particolare, perché sono diversi gli elementi che vanno analizzati in sede di giudizio. «Onestamente nella mia esperienza questo è un caso abbastanza singolare, e non ne ricordo di altri simili - dice l'avvocato Obizzi -. Spesso si sente di furti di rame, o pezzi di altri metalli, che hanno un certo valore e un mercato ben preciso. Allo stesso modo più di frequente di quanto si possa immaginare si ha a che fare con ladri sorpresi a commettere furti di oggetti privi di un reale valore, anche sciocchi. Ma come detto un furto in una discarica di rifiuti è cosa ben più rara». Il fatto che la merce che l'uomo ha tentato di portar via fosse un rifiuto, però, non cambia nella sostanza la posizione del ladro. «Certo, il giudice dovrà valutare il valore degli oggetti, e dunque potrebbero essere concesse delle attenuanti comuni - dice ancora l'avvocato goriziani -, ma in assoluto il concetto di furto rimane: si commette furto quando ci si impossessa di beni mobili di proprietà altrui». Resta da stabilire con esattezza di chi sia la proprietà di quei rifiuti, se del Comune di Gorizia o, magari, di Isontina Ambiente, ma poco importa. «Il ladro si è introdotto in una proprietà, e allora andrebbe verificato anche il reato di violazione di domicilio stabilito dall'articolo 614 del Codice penale - dice Obizzi -, e ha tentato di impossessarsi di qualcosa di non suo, per scopi che andrebbero verificati. Se voleva vendere il materiale, chi lo avesse acquistato poteva invece incorrere nel reato di ricettazione». Eventuali attenuanti, per l'uomo, potrebbero arrivare da una situazione di oggettivo bisogno dalla quale voleva smarcarsi attraverso il furto. Anche se vecchi televisori e componenti elettrici non sono esattamente cibo o beni di prima necessità.
Marco Bisiach
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