Appalti in cambio di favori, tre condanne

Nove mesi all’ex capo del Genio civile di Trieste e Gorizia, Nicola Salese. Giudicati colpevoli anche i titolari di due ditte edili

Si è concluso con tre condanne, una a nove mesi di reclusione e due a sei mesi, oltre a varie assoluzioni, il processo su comportamenti illegittimi che ruotavano attorno al Genio civile di Trieste. Il principale imputato, Nicola Salese, con Jonathan Lo Re ha avuto la condanna più pesante (appunto 9 mesi), Domenico Bruno 6 mesi, oltre al pagamento delle spese processuali: tutti con le attenuanti generiche e poi con il beneficio della sospensione condizionale della pena.

In meno di un anno d’indagini la Procura della Repubblica è riuscita ad avviare l’inchiesta, concluderla e ottenere il rinvio a giudizio di sette persone a cui venivano contestati reati che vanno dalla corruzione, alla turbativa d’asta, all’abuso d’ufficio. Salese, 61 anni e ingegnere capo del Genio civile di Trieste all’epoca, aveva retto come “facente funzioni” anche la sede di Gorizia.

Il giudice dell’udienza preliminare Luigi Dainotti lo aveva rinviato a giudizio assieme a Savino Majello, funzionario dello stesso ufficio pubblico, al geometra libero professionista Manrico Manzara, all’economo della Ragioneria territoriale di Trieste Paolo Salvetti e a Franco Bidoli, funzionario ispettivo della stessa Ragioneria. Il sesto imputato era Jonathan Lo Re, allora amministratore della “Mjde srl” con sede a Velletri; il settimo convocato in aula era Domenico Bruno, il titolare della “Geomes srl”, un’impresa con sede a Remanzacco.

Ma andiamo con ordine. L’inchiesta avviata dal pm Raffaele Tito avrebbe portato tra l’altro alla ribalta pubblica quanto l’ingegner Salese avrebbe chiesto allora e poi ottenuto dalla “Mjde srl”. Il suo appartamento di viale Miramare, secondo l’accusa, era stato ristrutturato gratuitamente. Per contropartita al titolare dell’impresa edile sarebbero stati affidati numerosi incarichi.

«Non c’è stato alcun intervento importante, si tratta di quattro lavori in croce. Non si può certo parlare di regalie» aveva affermato pochi mesi fa l’avvocato Guido Fabbretti, difensore dell’ingegner Nicola Salese. Savino Majello, funzionario dello stesso Genio civile e quindi pubblico ufficiale avrebbe per l’accusa invece lavorato “in nero” per la stessa “Mjde srl”, redigendo progetti e relazioni tecniche che poi faceva firmare al geometra libero professionista Manrico Manzara, titolare di un affermato studio con sede in via Locchi. Tutti e due sono stati ieri assolti. Come assolti sono stati, per altri episodi, anche gli imputati che hanno ricevuto ieri la condanna.

Sui progetti redatti, sempre secondo la tesi accusatoria della Procura poi significativamente ridimensionata dal verdetto del giudice, da Savino Majello - ad esempio le ristrutturazioni degli edifici dell’Ater di via Zorutti a Trieste - compariva il timbro del collega iscritto all’Ordine professionale con numero progressivo 1001. Manzara per questo motivo doveva rispondere di abuso d’ufficio: assoluzione anche in quest’altro caso.

Gli inquirenti avevano attribuito un ruolo importante in questo affare anche a Franco Bidoli, funzionario ispettivo della Ragioneria provinciale di Trieste: ma ieri la sentenza ha dato ragione alle sue tesi difensive. Per favorire la “Meje srl” avrebbe invitato a partecipare alle trattative per l’assegnazione di lavori «ditte non interessate, nè idonee, o amiche della “Meje” modificando il registro di protocollo, avvertendo Jonathan Lo Re dei prezzi presentati dai concorrenti e fornendogli informazioni in tempi antecedenti agli inviti formali, così da consentirgli di presentare l’offerta migliore ed economicamente più vantaggiosa».

(red. cr.)

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