«Ascensore al castello, il Comune sapeva»

La difesa del direttore dei lavori Vittorio Ranalletta: «Anticipato il pagamento di alcuni lavori non ancora effettuati»
Di Francesco Fain

«Il Comune sapeva. L’ingegner Ussai, in quanto responsabile unico del procedimento, era perfettamente a conoscenza di tutta questa storia perché ha controfirmato gli stati di avanzamento dei lavori».

«Nessuna responsabilità da parte nostra. È la direzione dei lavori a predisporre la contabilità di un’opera pubblica, non certamente il responsabile unico del procedimento!».

È un botta e risposta che assume le sembianze di un muro contro muro quello fra Vittorio Ranalletta, direttore dei lavori, e Mauro Ussai, dirigente del settore dei servizi tecnici per lo sviluppo del territorio e responsabile unico del procedimento nel progetto riguardante la costruzione dell’impianto di risalita (l’ascensore) al Castello. Ranalletta senior conferma quanto già affermò il figlio: ovvero che gli stati di avanzamento sono stati tutti firmati anche dal Rup, ovvero dal... Comune. «Ma ciò non significa nulla. Non è il responsabile unico del procedimento a predisporre la contabilità. Il Rup firma documenti contabili prodotti del direttore dei lavori e non può sostituirsi ai suoi compiti», specifica Ussai. Insomma, il Comune demanda al direttore dei lavori la contabilità perché a prevederlo è la legge.

Ma c’è anche un’altra contestazione che Vittorio Ranalletta, il quale non ci sta rimanere con il cerino acceso in mano, muove al Comune. «In pratica, il Comune ha anticipato il pagamento di alcuni lavori ancora non effettuati secondo lo schema della partita provvisoria che è perfettamente lecita. Non voglio calunniare nessuno: nessuno ha intascato un soldo». Non a caso, con nota datata 19 giugno 2015, lo stesso Ranalletta giustificò le discordanze contabili con le seguenti parole: «Quanto contestato si riferisce a partite in provvisorio che l’appaltatrice dovrà compensare con il prosieguo dei lavori. Quindi la stessa appaltatrice dovrà quanto prima procedere con l’esecuzione dei lavori inseriti nelle partite provvisorie».

Ma il Comune, cioé Ussai, aveva subito contestato le parole di Ranalletta. «Con lettera del 23 giugno 2015 - si legge il documento firmato da Ussai - il sottoscritto, riscontrando la nota del direttore dei lavori, riaffermava il principio secondo il quale la contabilizzazione delle opere in partita provvisoria costituisce eccezione alla norma ed è consentita solo “Ove per qualsiasi legittimo impedimento non sia possibile una precisa e completa contabilizzazione...” e non può, anche qualora se ne ravvisi la necessità ed esista un legittimo impedimento (insussistente nel caso specifico a parere dello scrivente), costituire una forma impropria di “anticipazione di somme” all’appaltatore. Evidenziava, inoltre, come non sia possibile contabilizzare (in alcun modo) opere che non sono state eseguite». Per quanto sopra esposto, il Responsabile del procedimento, «valutate negativamente le giustificazioni presentate dal professionista» aveva proposto all’amministrazione comunale la risoluzione del contratto di Ranalletta per “grave inadempimento”.

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