Assunzioni crollate a Gorizia: -14,5%

Monfalcone tiene botta, nonostante tutto. Ed è il “motore” delle assunzioni nell’Isontino. Gorizia paga dazio. La città ormai è deindustrializzata, il commercio è allo stremo, gradualmente gli uffici statali stanno chiudendo e per i giovani le possibilità di costruirsi un futuro in loco sono ridotte al lumicino. Percentualmente, le entrate nel mondo del lavoro sono calate del 14,5% da un anno all’altro. Più roseo il quadro in quel di Monfalcone dove le assunzioni sono rimaste, grossomodo, le stesse del 2012.
A decretare tale andamento sono i dati sull’occupazione messi a disposizione dall’assessore provinciale alle Politiche attive del lavoro, Ilaria Cecot. Nel 2013 le assunzioni sono state, in provincia di Gorizia, 19.708 mentre le cessazioni hanno raggiunto quota 20.598. Come a dire: non c’è stato turnover riguardo a 890 posti di lavoro. Le assunzioni, poi, sono così ripartite: 11.131 al Centro per l’impiego di Monfalcone, le restanti 8.577 al Cpi di Gorizia. C’è un elemento molto interessante. «Delle 11.131 assunzioni monfalconesi, 7.241 riguardano personale maschile e 3.890 personale femminile pari rispettivamente al 65,05% e al 34,95%. Diverso il discorso a Gorizia dove le donne hanno maggiore fortuna - spiega l’assessore Cecot -. Nel Cpi del capoluogo di provincia sono state “prodotte” 8.532 nuove assunzioni di cui 4.285 rivolte a personale femminile e 4.247 a personale maschile, pari rispettivamente al 50,22% ed al 49,78%. Risulta quindi piuttosto evidente che Monfalcone, pur offrendo maggiore occupazione, penalizza molto le donne, verosimilmente per le peculiarità del tessuto economico del mandamento (prettamente industriale) mentre nel Goriziano la presenza di un settore servizi più sviluppato fornisce alle donne maggiori prospettive occupazionali».
Altro dato saliente e che ormai non sorprende più: è scomparso il posto-fisso. I contratti a tempo indeterminato costituiscono meno del 20% del totale. A trionfare sono così i contratti a tempo determinato, i precari, gli atipici. Illuminante la lettura della tabella a fianco. «È evidente - continua Cecot - la differenza importante tra contatti a tempo indeterminato e contratti a tempo determinato sia in termini quantitativi sia per la sostanziale mobilità dei primi, presentano una, purchè lieve, flessione negativa alla fine del 2013 per poi risalire e stabilizzarsi nel primo trimestre 2014. Per i tempi determinati va rilevata una significativa variazione in prossimità della stagione estiva (lavoro stagionale) per poi scendere nel quarto trimestre e tornare stabili nel primo trimestre 2014».
Ma a quanto assomma il tasso di disoccupazione in provincia di Gorizia? Va detto che è peggiore rispetto alla media regionale del 6,8%: si attesta infatti sull’8 per cento tondo tondo. Nel 2011, il tasso non superava il 6,4%. In questo quadro non certamente positivo, a stare peggio sono ancora una volta le donne. La percentuale di disoccupate è del 9,1% (era del 6,9% nell’ultimo trimestre del 2011) contro il 7,1 (era al 5,9% nel 2012) degli uomini. Del resto, spiega la Provincia e Regione, persiste la debolezza dell’economia internazionale e del quadro congiunturale nell’area-euro. In Italia la fase ciclica è rimasta debole anche nei mesi iniziali del 2014: gli scambi con l’estero sostengono ancora l’attività produttiva ma aumentano i disoccupati e la cassa integrazione.
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