Autocrali in crisi, 60 giorni per tentare il salvataggio

Già nel recente passato era dovuta ricorrere, suo malgrado, agli ammortizzatori sociali chiedendo e ottenendo la cassa integrazione per diversi dipendenti. Responsabile la crisi del mercato dell’auto.
Parliamo di Autocrali, nota concessionaria Toyota che oltre alla sede principale a Gorizia affianca una filiale a Trieste e una a Bagnaria Arsa.
L’attività ha chiesto, sua sponte, il concordato in bianco che - vale la pena di sottolinearlo più volte onde evitare fraintendimenti - non è il fallimento. Tecnicamente si tratta del ricorso che viene presentato al Tribunale dove si esprime la volontà di presentare una proposta e un piano ai creditori, ma riservandosi di depositare i documenti e la attestazione entro il termine che il Tribunale assegnerà. Nel caso di Autocrali il termine dato è di sessanta giorni. Non solo. Il Tribunale ha nominato commissario giudiziale il commercialista Giovanni Turazza «il quale - si legge nel documento firmato dal presidente del tribunale Giovanni Sansone e dal giudice relatore Annalisa Barzazi - dovrà vigilare sull’attività che la società ricorrente (Autocrali, appunto) andrà a compiere sino alla scadenza del suddetto termine».

«Il concordato in bianco - spiega Turazza - è la facoltà alla quale possono accedere le imprese in crisi al fine di trovare una composizione delle ragioni dei loro debitori. Non è un fallimento, non è nemmeno un concordato preventivo: semmai potremmo definirlo una “prenotazione” del concordato preventivo. Questo strumento consente flessibilità e soprattutto permette di mantenere l’operatività aziendale. In questo caso, infatti, è stata depositata la domanda con riserva prospettando un piano di continuazione dell’attività».
Ma c’è anche un altro vantaggio del concordato in bianco: in questi 60 giorni i creditori non potranno iniziare a fare alcuna procedura esecutiva. Nonostante ci sia un commissario giudiziale, continuerà ad amministrare la società Pierpaolo Crali. Ed è proprio lui a intervenire e a spiegare altri particolari della situazione di crisi. «Purtroppo il mercato dell’auto sta vivendo la più grossa crisi di sempre. La nostra operazione, questo va detto, parte da una nostra decisione e non siamo stati costretti a farlo dai creditori. Attualmente la nostra azienda conta 33 dipendenti, di cui 24 effettivi in quanto 9 già in cassa integrazione da tempo. In questi giorni la società, in accordo con le organizzazioni sindacali, aprirà la mobilità volontaria per le 9 persone già in cassa integrazione più ulteriori 2 per un totale di 11 persone. Questa è la situazione che noi stiamo cercando di superare con tutte le nostre forze».
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