Barriere antimarea? Brutte Ma non ci sono alternative

La popolazione del Villaggio del Pescatore chiamata a scegliere se privilegiare l’estetica o la sicurezza del borgo. Il sindaco avverte: «Siamo senza denaro»
Di Tiziana Carpinelli
Lasorte Trieste 14/05/14 - Villaggio del Pescatore, Barriera in Cemento Jersey
Lasorte Trieste 14/05/14 - Villaggio del Pescatore, Barriera in Cemento Jersey

DUINO AURISINA. Davanti al dilemma “estetica o sicurezza?” posto dall'amministrazione comunale i residenti del Villaggio del Pescatore dovranno, loro malgrado, scartare la prima a favore della seconda. Alternativa non c'è: o ci si accontenta delle precarie (e brutte) barriere antimarea gratuitamente posizionato lo scorso autunno da Autovie venete oppure ci si accolla la decisione di rimuoverlo, però con la probabilità assai elevata di rimanere scoperti alla prima ingressione marina e dunque di vedere abitazioni, strade e giardini allagati dall'acqua di mare.

L'opera definitiva, al momento (e per chissà ancora quanto) è al palo, causa patto di stabilità. Il sindaco Vladimir Kukanja lo ha fatto capire chiaro e tondo, pur lasciando al borgo la decisione finale. A prevalere, secondo il comitato che ha raccolto 123 firme mesi fa in paese per vedere la costruzione definitiva del muro anti-mareggiate e che giovedì è stato in audizione della Seconda commissione, sarà alla fine il buon senso. Perché meglio un muro fatiscente che le onde in casa. Ciononostante motivi per esprimere delusione, come riferito da uno dei portavoce, Edoardo Perossa, al termine dell'incontro, ce ne sono. In primis perché, a conti fatti, ci si ritrova esattamente nella stessa situazione di un anno fa: il vero mini-Mose non è stato eretto e la viabilità alternativa per gli autobus non è stata ancora rintracciata. Ma qui l'esecutivo ha avuto da obiettare: non è vero che la situazione è la stessa, “siamo riusciti a posizionare l'opera provvisoria a costo zero per l'ente”, garantendo così una situazione di sicurezza al paese, ha sottolineato Kukanja. Il problema, ancora il sindaco, è che le quote di denaro destinate alle opere pubbliche dalla Regione sono state inferiori e con le disponibilità in essere si può rispondere a una sola delle priorità, quella posta in cima alla lista: l'asilo del Villaggio. Il mini-Mose, quello vero, sta al secondo posto. «Con la giunta si è discusso di dare la precedenza alle esigenze dei bambini, se ci sarà un ampliamento degli spazi finanziari l'opera anti-ingressioni marine rientrerà senz'altro negli interventi da eseguire». Togliere e rimettere il manufatto provvisorio costa 4mila euro alla volta. Di più: come riferito dall'assessore Andrej Cunja, col bilancio da votare appena a luglio, fino a quella data non è possibile spende una tale somma e dunque, anche a volerlo rimuovere lo si potrebbe fare solo a estate inoltrata. «Il semi-MiniMose era stato apprezzato – così l'assessore – concordo che l'opera esteticamente non è delle migliori, però almeno la sicurezza è garantita». La maggioranza, col presidente della commissione Maurizio Rozza, ha poi rilevato come l'errore all'origine sia stato quello del declassamento dell'opera, ritenuta da tutti urgente e prioritaria. Bisogna insistere dunque con la Regione per togliere dalle maglie del patto di stabilità l'opera del Villaggio. Di qui la decisione di votare una mozione bipartisan sul punto, da inoltrare poi a piazza Oberdan. «Se continuiamo a inserire il mini-Mose nella gestione finanziaria ordinaria lo procrastineremo di anno in anno – così il pidiellino Andrea Humar -. Quanto al provvisorio si può pensare a un preventivo unico per posizionamento e rimozione, con l'alloggio temporaneo in spazi del paese, magari suggeriti da realtà associative come la società Laguna».

Il comitato con Perossa incalza: «Una finestra finanziaria, in sede di Consiglio delle autonomie locali, si è aperta: bisogna perorare la nostra causa e partire con la cantierazione di qui a sei mesi, se no i soldi non arriveranno mai». Niente di fatto sul fronte della viabilità-bus: tutte le soluzioni finora sul tavolo sono state accantonate per l'impossibilità tecnica ad attuarle. Come riferito da Cunja ci vogliono almeno 35-40mila euro per garantire una sede stradale sufficientemente sicura e dimensionata al transito dei mezzi pubblici. Soldi di cui, inutile dirlo, il Comune ora non può disporre.

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