Belci (Cgil): «Non dimentico il sorriso sul suo volto»

«Ci eravamo conosciuti con Stefano quasi 15 anni fa, quando era diventato rappresentante del personale tecnico-amministrativo nel Consiglio di amministrazione dell’Università di Trieste, dopo aver...

«Ci eravamo conosciuti con Stefano quasi 15 anni fa, quando era diventato rappresentante del personale tecnico-amministrativo nel Consiglio di amministrazione dell’Università di Trieste, dopo aver svolto lo stesso ruolo in rappresentanza degli studenti». Così incomincia il ricordo di Beltrame da parte Franco Belci, segretario regionale della Cgil. «Fu eletto dai lavoratori in Senato accademico e successivamente nominato vicepresidente dell’Erdisu: in quella veste - ricorda Belci - fu tra gli ispiratori della legge regionale per il diritto allo studio del 2004. Dirigente sindacale per molti anni, fino alla decisione di dedicarsi alla politica candidandosi in Consiglio comunale, rappresentò a lungo il mio principale riferimento, al di là dei ruoli formali, per l’università di Trieste. Aveva una straordinaria sensibilità per i diritti degli studenti e per le problematiche del precariato dell’università, che molto spesso riguarda non solo i giovani, ma anche ricercatori e professionalità tecniche e amministrative da lungo tempo operative delle quali, assieme alla Cgil, aveva chiesto la stabilizzazione».

«La sua vita - prosegue il segeretario della Cgil - è stata dunque caratterizzata da un impegno appassionato ed entusiasta per il proprio lavoro e per la politica, che considerava come volontariato e servizio e non come possibile scalata istituzionale. Proprio quell’entusiasmo e quella passione gli consentirono del resto di combattere e vincere anni fa una grave malattia, dopo la quale si dedicò con sempre maggiore intensità, nel tempo libero, a quelle che erano diventate le sue seconde ragioni di vita: la natura e in particolare la montagna. Hanno rappresentato per lui una sfida con se stesso ma anche una ricerca continua di grandi spazi e orizzonti sempre più ampi».

«Lo ricorderò, lo ricorderemo - conclude Belci - con quel sorriso sempre stampato sul volto che era il suo personale biglietto da visita e che ben rappresentava il suo modo di lavorare e di vivere».

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