«Bollette più basse di Trieste e investimenti per 80 milioni»

Quarantasette milioni di opere già realizzate. Trentatré di lavori in corso. Ottanta milioni di prossimi investimenti: 60 con procedure avviate (gare e progettazioni) e 20 milioni per ulteriori interventi già calendarizzati nei prossimi 10 anni.
Sono i numeri salienti del “Piano degli investimenti” di Irisacqua. Tanta roba, verrebbe da dire. Sicuramente è tanta roba per i sindaci dell’Isontino che difendono a spada tratta Irisacqua dopo le recenti ricerche di Cittadinanzattiva e Federconsumatori. Per questo, i primi cittadini componenti del comitato di coordinamento di Irisacqua hanno redatto un documento molto chiaro nei contenuti. «Nelle ricerche viene citata una specifica voce che si chiama “quota fissa” e che rappresenta solo una delle componenti della tariffa pagata dai cittadini: pertanto, non è che questa automaticamente determini una bolletta più salata. Nel ricordare che è competenza dell’ente d’ambito determinare l’articolazione tariffaria del servizio idrico integrato, si sottolinea come la struttura tariffaria nel suo complesso (quota fissa e quota variabile al consumo) è definita dall’Autorità per l’energia elettrica il gas ed il sistema idrico (Aeegsi) in modo che la stessa copra interamente non solo i costi operativi di gestione ma anche quelli relativi agli investimenti effettuati dal gestore e definiti nel Piano d’ambito come priorità di intervento sul territorio. In ciascun ambito territoriale, quindi, le tariffe hanno una struttura diversa tra loro. Per un confronto esatto dovremmo quindi riferirci ad un’utenza media con un consumo medio (ca. 200 mc/anno)».
I sindaci hanno elaborato pure una tabellina che riportiamo in alto e dalla quale si evince come in provincia di Gorizia «un utente medio non paghi la bolletta più cara in regione, anzi. Ciononostante risulta chiaro che la quota fissa, che è effettivamente più elevata in provincia di Gorizia, per qualcuno comporta anche una bolletta più cara: ad esempio, i proprietari di seconde case, che mediamente hanno dei consumi più bassi, pagheranno di più. Questa è la controindicazione di una precisa scelta fatta a suo tempo e basata su due principi fondamentali: la solidarietà nei confronti delle fasce più deboli; la sostenibilità di un programma di interventi, che si chiama “Piano d’Ambito”, necessario per l’ammodernamento degli impianti sia idrici che di depurazione, assolutamente improrogabili per garantire il rispetto dei parametri di legge e per tutelare la salute e l’ambiente in cui viviamo». Secondo i sindaci è grazie a tale scelta se questo territorio si è trovato nelle condizioni di poter reperire i finanziamenti necessari per realizzare così tante infrastrutture. «Nella nostra provincia - rammenta Davide Furlan, sindaco di Romans e componente del gruppo ristretto - si investono in opere ogni anno mediamente 72 euro per abitante contro una media nazionale di circa 29 euro. Significa anche che per effetto di questi interventi il nostro territorio non è colpito dai provvedimenti di infrazione comunitaria (e si parla di cifre considerevoli) a differenza di altri territori anche vicini. «Le ricerche parlano anche delle perdite della rete idrica che ammonterebbero al 57%. I dati ufficiali dicono tutt’altro e cioè che nell’Isontino a fine 2014 le perdite ammontavano al 36,88%, in linea con le medie nazionali, partendo dal dato del 2007 (anno di avvio dell’attività di Irisacqua) pari al 42,65%. Questo dato migliora annualmente grazie agli specifici interventi che riguardano la rete idrica».
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