Bruni: l’Ezit è un freno? Chiudiamo subito
«La Camera di commercio invita il sindaco in seduta pubblica e il tutto diventa un processo a Ezit? È inaudito. Si continua a fare la guerra a domande di insediamento commerciale che riguardano non tutta l’area, ma solo il 2,5% degli 800 ettari, parlando di “liberalizzazione totale”?». Molto arrabbiato, anzi sempre più arrabbiato è Dario Bruni, presidente dell’Ezit, dopo che in Confcommercio, per discutere di economia in riferimento al nuovo Piano regolatore, il sindaco Cosolini ha rilanciato la sua provocazione: «Se Ezit vuole ospitare commercio voti il proprio scioglimento perché perde la sua stessa ragion d’essere». Stretti fra difesa del fragile tessuto commerciale cittadino e le profferte di operatori economici per vendita ad alta metratura, a Trieste ci si dilania e il Comune invita le categorie economiche a mettersi d’accordo, mentre Bruni ribatte: «D’accordo siamo già, e non ci si venga a dire che intanto il Prg si fa sempre uguale, e casomai poi dovremo chiedere un emendamento. Non sta né in cielo né in terra - prosegue Bruni -, è ben viceversa la città che deve consapevolmente dare una risposta: se arrivano solo richieste di insediamenti commerciali e non industriali (e non certo perché siamo poco bravi a cercarli, li cerchiamo ma non ci sono) siamo tutti sicuri che dobbiamo mandare via questi operatori economici? E come? Diciamo loro “questa tua attività non mi piace”? Ma abbiamo già avuto esperienza di insediamenti imprenditoriali come quelli che si stanno proponendo? E, se no, come facciamo a dire che non ci convengono?». Infine, Bruni si è praticamente offeso per questi reiterati accenni a “Ezit chieda il proprio scioglimento”: «Se con questo il sindaco vuol dire che Ezit è un freno allo sviluppo economico, noi chiudiamo l’ente non domani, ma retroattivamente anche ieri. Peccato per 20 dipendenti disoccupati, io però vivo lo stesso». (g. z.)
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