Cane cacciato dalla farmacia Denunciato il vicecapo dei vigili

“Un cane entra in una farmacia a chiedere una medicina”: potrebbe essere una barzelletta, è invece l’inizio di un episodio di classica ambientazione triestina, che si è concluso con una denuncia nei confronti del vicecomandante della Polizia locale. Lo riferisce l’avvocato Patrizia Di Lorenzo dopo aver depositato presso la Procura della Repubblica una querela per omissione di atti d’ufficio contro il vicecomandante Luciano Momic. Il fatto si consuma un paio di mesi fa in un popoloso rione cittadino dove una ragazza entra in una farmacia portandosi appresso un piccolo cane, un meticcio fulvo di 7-8 chili, «ma viene subito aggredita dalla titolare - accusa l’avvocato Di Lorenzo - che le impone di far uscire l’animale». La giovane cliente obbedisce, ma essendo evidentemente un animalista ben documentata, avvicina un vigile urbano chiedendogli che intende esercitare un proprio diritto, cioé fare quanto le consente l’articolo 20 della legge regionale numero 20 del 2012. «I cani accompagnati dal detentore - afferma l’articolo - hanno accesso a tutti gli esercizi pubblici e commerciali nonché ai locali e uffici aperti al pubblico presenti sul territorio regionale.» «Certo vi sono delle clausole - precisa l’avvocato - per esempio il fatto che il cane sia tenuto al guinzaglio e che il proprietario abbia con sé la museruola, ma in questo caso erano perfettamente rispettate.» Lo stesso articolo aggiunge che il responsabile dell’esercizio commerciale può anche adottare misure limitative all’accesso, ma «previa comunicazione al sindaco». E nel caso, questo non sarebbe stato fatto.
«L’agente avvicinato però - riferisce ancora la legale - ha detto che non era in grado di intervenire perché non conosceva la normativa e si è offerto di sorvegliare il cane all’esterno mentre la signora comprava il farmaco. In questo modo però il diritto non sarebbe stato salvaguardato per cui la cliente ha rifiutato e si è allontanata». Entra in scena allora il legale che informa l’Ordine dei farmacisti e il Comune. «L’Ordine è intervenuto prontamente - riferisce l’avvocato - emettendo una circolare a tutti i farmacisti e aprendo un procedimento disciplinare nei confronti della titolare contestata che si è scusata. Il procedimento è rientrato con soddisfazione delle parti per cui ora non sarebbe corretto fare il nome della farmacia. Non altrettanto però - aggiunge Patrizia Di Lorenzo - è avvenuto con la Polizia locale. Il vicecomandante Momic infatti mi ha fatto sapere tramite mail che giudica corretto il comportamento dell’agente che si era subito recato in ufficio per consultare la norma che non conosceva e che si era addirittura offerto di tenere il cane alla donna. In pratica - il giudizio dell’avvocato Di Lorenzo - il vicecomandante ha validato il comportamento di un agente che non conosce le norme che dovrebbe far rispettare. Per questo, prima che scadessero i termini di legge, ho presentato nei confronti del vicecomandante Momic denuncia- querela per omissione di atti d’ufficio.» Specificare che il farmaco che la donna voleva comprare era proprio per il cane non cambia la sostanza, ma rende l’episodio ancora più grottesco.
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