Cara-Gorizia e ritorno: 26 km a piedi
GRADISCA. A piedi da Gradisca a Gorizia per protestare la loro condizione di aspiranti rifugiati. Gli ospiti del Cara di Gradisca per fare sentire la propria voce hanno scelto un modo decisamente difficile, vista la prima canicola estiva. Una quarantina di stranieri – nigeriani, ghanesi, maliani in primis - si è sobbarcato un lungo viaggio a piedi (26 km fra andata e ritorno) per raggiungere Gorizia e fare sentire le proprie ragioni con la Prefettura e la Commissione rifugiati. L'oggetto della protesta? Pare che alcuni di loro avrebbero ricevuto un diniego alla domanda di asilo politico. Altri avrebbero protestato per i tempi biblici che il suddetto iter per l'ottenimento dello status di rifugiato richiede. Tutti protestano poi per le condizioni di vita nella struttura. Al Cara si sta molto stretti, anche in otto per camerata. La qualità del servizio, stante la crisi dell'ente gestore Connecting People, è definita in netto calo dagli stessi operatori (che non ricevono lo stipendio da mesi e nel caso del personale infermieristico, liberi professionisti, da piu' di un anno). Il cibo, non più garantito da un’azienda specializzata come da appalto ma preparato in un centro cottura allestito nelle vicinanze, è quello che è. E poi c'è il paradosso delle pocket money, le chiavette su cui agli ospiti vengono caricati 2.50 euro al giorno per l'acquisto di schede telefoniche, sigarette, bevande nello spaccio interno del Cara. Ebbene, le chiavette non vengono ricaricate da tempo immemore con il paradosso che gli immigrati hanno maturato un credito anche di centinaia di euro. Motivi della protesta che nei mesi scorsi erano gia' stati al centro di un'altra azione da parte degli immigrati africani ospiti del Cara di via Udine: nel febbraio scorso 77 richiedenti asilo vennero denunciati per avere bloccato la circolazione sulla regionale 305. Il tam tam delle proteste in queste ore sta peraltro riguardando molti centri immigrati italiani: sempre ieri gli ospiti del Cara di Castelnuovo di Porto (Roma) hanno bloccato la Tiberina esattamente per le stesse ragioni.
Luigi Murciano
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