Carcere, al ministero il caso della sezione gay

Il consigliere regionale Lauri di Sel ha incontrato a Roma il Garante nazionale dei detenuti

«Nei giorni scorsi ho avuto un incontro a Roma al ministero di Grazia e Giustizia con il Garante nazionale dei detenuti, Mauro Palma, per consegnargli una lettera indirizzata a lui, al sottosegretario alla Giustizia, Gennaro Migliore, e al Garante regionale per i diritti della persona Walter Citti, in cui faccio un resoconto della visita effettuata con il Garante regionale, Pino Roveredo, il 14 aprile scorso e per segnalargli il caso della recente istituzione di una speciale sezione per detenuti omosessuali a Gorizia».

A prendere posizione è il consigliere regionale di Sel Giulio Lauri. Che rimarca: «Oltre a illustrargli la situazione generale dell’istituto isontino, sottoposto a una lunga azione di ristrutturazione non ancora ultimata ed in condizione di deficit di organico per quanto riguarda il personale, ho reso note al Garante le conseguenze concrete dell’istituzione della sezione sulla vita dei detenuti gay rinchiusi nella nuova sezione, sottoposti ad una condizione di sostanziale isolamento e impossibilitati a partecipare alle attività riabilitative a cui hanno diritto tutti gli altri detenuti e che costituiscono le tappe concrete del percorso che ogni detenuto, anche quello che ha commesso il delitto più grave, ha il diritto di intraprendere per reinserirsi nella società. La sezione omosessuali è stata recentemente istituita dal Provveditore con l’idea di convogliarvi detenuti omosessuali sottoposti a progetti di protezione provenienti da tutto il Triveneto, senza che però siano state al contempo garantite esistenza e utilizzabilità di tutte le strutture necessarie, come le aule di studio, e senza che sia stato rafforzato l’organico del carcere così come sarebbe stato necessario».

Continua Lauri: «La condizione di sostanziale isolamento delle persone che vivono in questa sezione speciale è ulteriormente aggravata dall’impossibilità, per mancanza di spazi adeguati e di personale di sorveglianza, di accedere a tutte le attività riabilitative, didattiche e lavorative che vengono garantite agli altri detenuti. Ho chiesto al Garante nazionale, al Sottosegretario alla Giustizia e al Garante regionale per i diritti della persona se, ferma restando l’esigenza di protezione per i detenuti che sono oggetto di molestie o aggressioni a causa del loro orientamento sessuale, l’istituzione di una Sezione a loro dedicata sia effettivamente prevista nell’ordinamento penitenziario e debba appositamente tradursi in una condizione di totale isolamento dagli altri detenuti, o se piuttosto la protezione speciale non dovrebbe essere garantita con altri strumenti».

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