Caso-mensa, Madriz convoca i ristoratori

Lavori nel limbo e convenzioni in scadenza: serve una struttura in grado di garantire 30 posti. Sartori: «Se non si dovesse sbloccare la situazione, la Regione deve intervenire»
Di Francesco Fain
Bumbaca Gorizia -07-09-09- Università via Alviano - Foto di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia -07-09-09- Università via Alviano - Foto di Pierluigi Bumbaca

La notizia arrivò in una calda giornata di luglio. Quasi inaspettata, sicuramente non preannunciata. Tra le pieghe della manovra di assestamento 2015 della Regione “comparì” una posta da 300mila euro per la realizzazione dell’attesa e agognata mensa universitaria. La strada pareva essere in discesa, tant’è che il sindaco Ettore Romoli non esitò a definire la novità «un passo in avanti non indifferente, che attendavamo da tempo».

Acqua sotto i ponti ne è passata. E tutte le certezze, purtroppo, si stanno sgretolando. Tant’è che oggi possiamo definire la vicenda della mensa universitaria un “pasticcio”, anzi un “pasticciaccio” per dirla con Carlo Emilio Gadda. Vediamo gli ultimi sviluppi.

Vicesindaco

all’attacco

«È una situazione inaccettabile ed è necessario trovare al più presto una soluzione». Non le manda a dire il vicesindaco Roberto Sartori. La mancanza di un adeguato servizio di ristorazione per gli studenti goriziani sta diventando una questione seria per una città che si è sempre voluta definire “universitaria”. Gli studenti stanno perdendo la pazienza e la temperatura sale.

Il problema, che nasce dalla mancanza a Gorizia di una vera mensa universitaria, è scoppiato nei giorni scorsi. Un rapidissimo riassunto delle puntate precedenti. Scaduta la convenzione con il ristorante che forniva i pasti ai ragazzi, i bandi successivi, emessi dall’Ardiss (l’Agenzia regionale per il diritto agli studi superiori che ha “ereditato” le competenze dagli Erdisu), non hanno riscontrato l’interesse da parte degli operatori economici cittadini. Il motivo? La richiesta di riservare 30 posti agli studenti per ogni pasto viene ritenuta alquanto penalizzante e si contano sulle dita di una mano le attività che possono offrire così ampi spazi “dedicati”.

Di conseguenza, al momento, ai ragazzi restano soltanto due possibilità: il centro comunale Lenassi e il convitto San Luigi, entrambi con alcune (ben note) criticità, visto che il primo è pensato come mensa scolastica per bimbi delle elementari e ragazzi delle medie e il secondo è fuori mano e non servito dai mezzi pubblici. Inoltre, il futuro dell’ex convitto sembra più orientato verso l’accoglienza dei minorenni stranieri non accompagnati. Insomma, un bel problema...

L’incontro

in municipio

A quel punto, il Comune ha preso a cuore la vicenda. Si è svolto, infatti, un incontro che ha visto, da una parte del tavolo, lo stesso vicesindaco Sartori e il presidente della Camera di commercio Gianluca Madriz, dall’altra Francesco Saltarin, rappresentante degli studenti di Scienze internazionali e diplomatiche. L’obiettivo? Fare il punto della situazione e attivare alcune iniziative per cercare di trovare al più presto una soluzione adeguata, coinvolgendo direttamente le due Università (di Udine e di Trieste) e anche la Regione, con l’assessore competente Loredana Panariti, peraltro già sentita telefonicamente da Madriz. «Gli studenti, in questo momento, non solo non usufruiscono del servizio pasti convenzionato - evidenzia Sartori - ma si trovano costretti, individualmente, a cercare soluzioni alternative che non vadano a colpire le loro tasche».

Ma la riunione è stata importante anche per un altro aspetto. Si è deciso, infatti, collegialmente che il presidente della Camera di Commercio (e di Ascom-Confcommercio) Madriz convocherà, entro la prossima settimana, tutti i ristoratori cittadini per verificare la disponibità ad attivare una convenzione per dare da mangiare ai ragazzi e capire quali sono i problemi che, al momento, rendono poco “attrattivi” i bandi dell’Ardiss.

«Nel caso in cui si riuscisse a sbloccare la situazione tutte le cose si rimetteranno a posto, altrimenti chiederemo alla Regione di aprire un tavolo per discutere la situazione che, ripeto, è assolutamente insostenibile. È necessario che l’amministrazione regionale guidata da Serracchiani batta un colpo», puntualizza il vicesindaco.

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