Centenari a tavola fra jota e torta d’auguri anche arie d’operetta

In una quarantina al pranzo organizzato da Comune e Ass Iolanda, 108 anni: «L’aria di qui mi ha sempre dato salute»
Di Pierpaolo Pitich
Lasorte Trieste 21/06/2014 - Trattoria suban - pranzo dei centenari
Lasorte Trieste 21/06/2014 - Trattoria suban - pranzo dei centenari

«Il mio segreto? Vivere alla giornata, prendere tutto il bello della vita e non farsi condizionare dai problemi quotidiani». Così Romana Chermaz, un secolo di vita tondo tondo alle spalle, ha riassunto al meglio lo spirito che ha animato il tradizionale appuntamento con il “Pranzo dei centenari”, organizzato dal Comune e dall'Azienda per i servizi sanitari con il supporto dell'Ordine dei medici. A ritrovarsi a un tavolo, a ricordare i tempi trascorsi e a brindare a quelli futuri, circondati dall'affetto di figli, nipoti e amici, nella cornice dell’altrettanto storica Trattoria Suban sono stati ieri una quarantina di ultracentenari triestini su un totale di 190, in una città universalmente nota per la longevità della popolazione locale.

Tra i festeggiati anche lo scrittore Boris Pahor, che la scorsa estate ha tagliato il traguardo del secolo di vita. «Una bella iniziativa che ci permette di ricordare le cose belle e quelle meno belle della nostra vita, le gioie ma anche le sofferenze - ha affermato Pahor -, alle giovani generazioni voglio ricordare l’importanza di conoscere il passato: non sapere nulla della propria memoria significa rischiare di trovarsi impreparati nel corso del cammino futuro».

Il menù offerto si è ispirato ai piatti della tradizione locale: a partire dallo sformato di verdure, per continuare con l'immortale jota, servita in modo originale nella tazzina da caffè, seguita dai fusi con la gallina e dal guanciale di vitello. Per finire l'attesa torta a base di frutta, offerta dallo storico Panificio Jerian, con tanto di targhetta beneaugurante: “100 di questi giorni”, mentre ad allietare il pranzo ci hanno pensato il tenore Andrea Binetti e il soprano Ilaria Zanetti che hanno eseguito le arie più celebri del mondo dell’operetta, accompagnati al pianoforte da Antonio Kozina.

Presente anche la cittadina più anziana di Trieste, peraltro in splendida forma: «Sono di origini romagnole ma ho sempre vissuto a Trieste - ha spiegato Iolanda Giovanardi, 108 primavere festeggiate lo scorso marzo -, ho figli e nipoti sparsi in giro per il mondo, ma io invece sto bene da queste parti: l’aria della campagna mi ha sempre dato una buona salute e la forza per andare avanti». Una ricetta sposata anche da Nicolò German, 101 anni e mezzo: «Da quando ne avevo 14 ho girato il mondo e ho fatto tutti i mestieri possibili - ha raccontato -, ho vissuto la guerra, la prigionia e le sofferenze ma sono riuscito a superare tutto. Il mio elisir di lunga vita? Un buon bicchiere di vino e un caffè rigorosamente corretto con un goccio di grappa».

Un mix di lavoro e sacrifici, è invece il segreto di Santina Deodato, cent’anni appena compiuti: «Nella mia vita ho lavorato tantissimo, in particolare come sarta, ed è quello che consiglio a tutti per sentirsi giovani e sani». Al pranzo dei centenari è intervenuta anche Laura Famulari, assessore comunale alle Politiche sociali: «Questa iniziativa è un modo per festeggiare l’invecchiamento attivo che deve essere vissuto come un momento di felicità - ha sottolineato -. Gli anziani rappresentano la memoria della città che come tale va riconosciuta e valorizzata».

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