«Centrale idrodinamica e Sottostazione elettrica lasciate nell’abbandono»

Atto d’accusa contro la presidente dell’Authority Marina Monassi di Antonella Caroli, direttrice della Fondazione marittimo portuale
Lasorte - Antonella Caroli
Lasorte - Antonella Caroli

«Si sta sgretolando il Polo museale, si sta sfarinando il ricupero del Porto vecchio». Antonella Caroli, direttrice della Fondazione marittimo portuale nata all’ombra dell’Authority presieduta da Marina Monassi, rompe il silenzio a cui si è attenuta per lungo tempo e lancia il suo “j’accuse” per quella che lei definisce “una situazione sospesa”. I rapporti tra le due “lady” del porto sono entrati, nei primi mesi del 2014, in un cono d’ombra e si sono fatti gelidi, contrassegnati dalla mancanza di collaborazione e da un fragoroso silenzio che si infrange su ogni scelta. Ghiaccio bollente. Al centro della requisitoria di Antonella Caroli vi sono il futuro del Porto vecchio e del nascente Polo museale in cui l’archeologia industriale ha un ruolo preminente e per la cui realizzazione dalle casse europee sono uscite ingentissime somme di denaro.

Ma la direttrice della Fondazione va oltre. Oltre al ”j’accuse” rilancerà a Genova quanto di buono e importante è stato finora fatto in questo ambito a Trieste. Venerdì prossimo nel corso del convegno organizzato dall’Associazione italiana di tecnica navale - una sorta di Stati Generali di tutto ciò che ruota attorno alla marineria - parlerà del Polo Museale e di ciò che nella sua realizzazione è rimasto in mezzo al guado.

Ma andiamo con ordine. Ecco in dettaglio il contenuto del “j’ accuse”, messo nero su bianco e inviato tra l’altro a tutti coloro che negli ultimi due anni hanno lavorato anche gratuitamente per consentire la realizzazione e la gestione della Centrale idrodinamica e della Sottostazione elettrica oggi desolatamente ancora chiusa dopo l’effimera inaugurazione e apertura di 48 ore dello scorso aprile.

Lì, in quella sede è stato sancito lo strappo tra le due “lady” del porto: lì Marina Monassi ha reso pubbliche le intervenute difficoltà di rapporti impedendo di fatto all’ex collaboratrice di prendere la parola e di salire – perché non invitata - i due gradini necessari per raggiungere gli altri vip incaricati di celebrare l’effimera apertura della restaurata Sottostazione. Un secondo “strappo” è arrivato poche ore dopo con la sostituzione della stessa Antonella Caroli nella reggenza dell’info point del Magazzino 26 in cui aveva lavorato per un paio di settimane, spiegando e imprenditori e tecnici le possibilità di concorrere entro la fine di giugno alle una della tante concessioni demaniali dello “spezzatino” in cui Marina Monassi ha deciso di suddividere le il Porto Vecchio.

«Ormai si è creata una distanza, una non comunicazione che parlano molto chiaramente di una palese avversità. Forse ci eravamo illusi…” sostiene Antonella Caroli nella lettera inviata ai collaboratori, lettera in cui non si legge nemmeno una volta il nome di Marina Monassi, ma la cui presenza è costante, evidente, chiarissima. «Tutto è avvenuto all’improvviso dopo l’inaugurazione della Sottostazione elettrica oggi chiusa. Non c’è dialogo, non c’è conforto. Siamo scavalcati da un potere che non conosciamo e che per fortuna non ci appartiene. Ho messo a diposizione tutte le mie competenze». Nella lettera la direttrice della Fondazione ribadisce di aver operato “senza alcuna sottomissione alla politica” e con amarezza compie un bilancio della proprio attività e di quella dei suoi collaboratori. «Noi non ci siamo riusciti, ma gli altri non lo sanno fare; a noi basta lavorare indipendentemente dai vertici: li abbiamo passati tutti ma questi prima o poi se ne vanno, passano e non si interessano più del porto».

Claudio Ernè

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