Centro Alzheimer, domani si chiude

ROMANS. Giulio vede entrare il figlio dalla porta e lo saluta con un gesto della mano. Sembra un saluto come tanti, ma non è così. Giulio è uno dei 13 utenti del Centro diurno per persone affette da demenza senile di Romans e poco alla volta l’Alzheimer si sta divorando i suoi ricordi. Per tutelare la privacy sua e dei familiari, lo chiameremo Giulio, ma non è il suo vero nome. Presto il suo passato svanirà e per lui rimarrà solo il presente. «Per ora mi riconosce, ma se gli si chiede come mi chiamo non lo sa», dice il figlio. Domani la Cooperativa Itaca cesserà di fornire il proprio servizio a Romans e il rischio è che l’Ambito Alto Isontino possa perdere un’importante risorsa in campo socio-assistenziale. La speranza di tutti è che il Cisi possa subentrare, nel frattempo: l’amministrazione comunale sta lottando contro il tempo per garantire la continuità affidando – temporaneamente - la convenzione all’omologo centro Argo di San Canzian d’Isonzo. Per le famiglie sarebbe fondamentale. «La terapia farmacologica non è sufficiente a rallentare la malattia – dice il figlio di Giulio -. Attività come l’arteterapia o la musicoterapia lo tengono impegnato e lo aiutano a usare il cervello. Quando mio padre si trova in un ambiente conosciuto, con persone che è abituato a vedere, si sente più sicuro e reagisce agli stimoli. Il centro diurno aiuta lui, ma aiuta anche noi perché i malati di Alzehimer non possono essere lasciati soli. Se non si sta attenti, escono e poi non sanno più come tornare a casa perché non ricordano più dov’è. È già successo che si allontanasse e stare in un ambiente come questo è sicuramente più stimolante che rimanere sul divano con una badante che gli fa guardare la televisione e nulla più». Negli anni il servizio offerto dalla Cooperativa Itaca è stato apprezzato da tutti. Dal 2011 sono state 71 le persone assistite a Romans. Su una scala da 0 a 10, il gradimento complessivo medio ha oscillato tra il 9,3 del 2011 e il 9,6 del 2015, ma da quando a sostenere le rette sono stati chiamati direttamente i Comuni di residenza degli assistiti, la struttura si è progressivamente svuotata e ora, dopo diverse proroghe, la Cooperativa Itaca cesserà il servizio. «È un peccato perché era ben organizzato e ben strutturato», evidenzia il figlio di Giulio preoccupato del prossimo futuro di un padre che neppure ricorda il suo nome.
Stefano Bizzi
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