Centro prelievi chiuso, rabbia e incertezza

Nè Serracchiani, nè Telesca. Il presidente Bernadotto: «Tutti introvabili». Moretti: «Si riapre fra qualche settimana»
Di Francesco Fain
Bumbaca Gorizia 11.08.2014 Comune incontro Sanità con Serracchiani e Telesca Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 11.08.2014 Comune incontro Sanità con Serracchiani e Telesca Fotografia di Pierluigi Bumbaca

Rabbia, sincera delusione, autentici mal di pancia, entusiasmo che si sta lentamente spegnendo: questi i sentimenti espressi dal presidente de “La Salute” Ezio Bernardotto. L’assenza (totale) di rappresentanti della giunta Serracchiani e dei vertici dell’Aas Bassa Friulana-Isontina. E poi l’annuncio affidato al consigliere regionale Diego Moretti, a cui va dato il merito di averci messo la faccia: la questione del centro prelievi dovrebbe avere uno sviluppo positivo, ma ci vuole ancora un po’ di tempo: un paio di settimane o poco più.

Questi gli elementi salienti dell’affollatissima assemblea annuale de “La Salute”: un appuntamento che doveva servire esclusivamente per approvare i bilanci consuntivo e preventivo ma che è stato dedicato in larga parte per affrontare il nodo del centro prelievi chiuso ormai da luglio 2015 quando venne bloccata di punto in bianco la fornitura del materiale indispensabile per eseguire i prelievi venosi e garantire, pertanto, una continuità assistenziale-ambulatoriale. Nonostante le mille promesse, tutto è rimato tristemente fermo con ovvi e immaginabili disagi soprattutto per le persone anziane.

L’assemblea è stata l’occasione, per Bernardotto, per lasciarsi andare ad uno sfogo. «Ci avevano detto di mantenere un profilo basso per risolvere la questione senza nervosismi e proteste eccessive. Il risultato? Oggi siamo qui senza centro prelievi, con l’entusiasmo che sta scemando, con seri interrogativi sull’opportunità di continuare con i servizi che offriamo al cittadino. Ai vertici dell’azienda dovrebbero esserci persone del luogo, che abitano qui, che conoscono la città, che si confrontano con i cittadini. In realtà, questi dirigenti sono introvabili. Sono come il megadirettore galattico di Fantozzi... Non vorremmo arrivare ad aspettare altri 8 mesi per riprendere l’attività del centro prelievi».

Bernardotto ha anche manifestato viva incredulità per il comportamento «dell’Azienda per cui lavoro - ha sottolineato con fermezza -. Ad un certo punto, mi arriva una lettera in cui dice che hanno scoperto che sono anche il presidente de “La Salute”. Non oso immaginare che chi c’era prima (i dirigenti precedenti, ndr) non abbia informato l’attuale dirigenza della mia presidenza. E poi, ci sono tonnellate di testimonianze sui giornali di questa mia funzione. Peraltro, la prima sede dell’associazione era... a casa mia. Questa richiesta di chiarimenti è stata una batosta per il sottoscritto. Ho passato un periodo durissimo e lo è stato anche per la mia famiglia».

Ettore Romoli, dal canto suo, ha evidenziato che il problema non è politico e non va affrontato in questa maniera. «Questo è il frutto di scelte inconcepibili da parte della direzione. Ogniqualvolta ho affrontato la questione con i vertici aziendali, la risposta che mi è stata data è sempre stata diversa». E sul concetto che la politica qui non c’entra proprio nulla si è trovata d’accordo pure l’assessore provinciale Ilaria Cecot.

E così è toccato a Diego Moretti fare un aggiornamento della situazione. «”La Salute” si è detta disponibile a diventare Cup di riferimento: questo le permetterà di essere accreditata dal punto di vista formale nell’effettuazione dei prelievi. Cosa manca adesso? La direzione generale alla Salute dovrà fornire l’accreditamento: una volta portata a termine questa pratica, il centro potrà riaprire. Tempi? Credo che tutto si sbloccherà nel giro di qualche settimana».

Ma si sono già persi otto mesi e la pazienza, fra i volontari, fra i soci, fra la cittadinanza, è davvero agli... sgoccioli.

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