Cerca funghi, trova mina della Seconda guerra
FIUME. A più di 70 anni dalla fine della Seconda guerra mondiale ci sono ancora in giro nel Fiumano armi, proiettili ed esplosivi di quell’epoca. L'altro giorno in un'area boschiva di Drenova,...

FIUME. A più di 70 anni dalla fine della Seconda guerra mondiale ci sono ancora in giro nel Fiumano armi, proiettili ed esplosivi di quell’epoca. L'altro giorno in un'area boschiva di Drenova, sobborgo di Fiume, un passante ha rinvenuto una mina inesplosa di quel conflitto. Passata la sorpresa, l'uomo - che era andato a cercare funghi - ha subito allertato le forze dell'ordine per evitare che il residuato finisse in mani sbagliate e causasse una tragedia. Non sono stati infatti rari i casi negli ultimi decenni che bambini scoprissero a Fiume e dintorni armi ed esplosivi del secondo conflitto mondiale e di quello che 25 e più anni fa oppose croati e serbi.
Una squadra di artificieri della Questura fiumana è giunta nell'area del rinvenimento, ha preso la mina – sembra antiuomo – facendola brillare lontano dai centri abitati.
Le conseguenze del conflitto croato–serbo sono purtroppo ancora evidenti per il grande numero di armi e ordigni esplosivi nascosti in abitazioni, scantinati e in luoghi all’aperto. Proprio per evitare tragedie, da anni è in corso l’operazione di consegna volontaria di questi pericolosissimi oggetti, per la quale non si rischiano alcune sanzioni, né processi. All’inizio della scorsa settimana, tre cittadini dell’isola di Veglia e del Gorski kotar (la regione dell’entroterra quarnerino) hanno chiamato la polizia per effettuare la consegna di 80 proiettili di vario calibro, detonatori e parti di pistola. Il procedimento è sempre lo stesso: coloro che dispongono illegalmente di fucili, pistole, armi d’ altro genere, proiettili e ordigni esplosivi, possono comporre il numero telefonico 192 o contattare il più vicino commissariato. Saranno gli agenti, in abiti civili – il che garantisce l’anonimato ai cittadini – a prendere in consegna quanto denunciato. Coloro che consegnano le armi non rischiano nulla in termini di legge. Al contrario, se pizzicati dalla polizia, possono finire in carcere oppure pagare grosse multe. L’azione, denominata “Meno armi, meno tragedie”, finora ha dato ottimi risultati. Secondo l’esperto croato Igor Tabak la Guerra patria (il citato conflitto croato–serbo) ha lasciato in eredità ai cittadini enormi quantitativi di materiale pericoloso: «Su 100mila armi regolarmente denunciate – ha rilevato Tabak - ne esistono almeno 500 mila che i croati detengono abusivamente, senza alcun porto d’armi. Il problema è grave e ciclicamente provoca tragedie, come quella consumatasi la scorsa estate nell’isola di Arbe, dove un reduce ha ucciso a colpi di kalashnikov un noto psichiatra isolano per poi togliersi la vita facendo esplodere una bomba a mano». Va ricordato anche il caso di alcuni mesi fa ad Osijek, capoluogo della Slavonia, dove la polizia che – in base a una soffiata – ha sequestrato a dieci cittadini 12 fucili, 4 pistole, 7 mila proiettili, un bazooka, 7 bombe a mano, 12 mine anticarro e una antiuomo, mezzo chilo di esplosivo, 20 detonatori e 4 silenziatori.
(a.m.)
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