Cetrioli e fragole nell’orto della solidarietà

Richiedenti asilo, volontari e “ponzianini” coinvolti nella cura del campo sociale piantato in via Battera
Lasorte Trieste 20/05/16 - Via Battera, Orti curati dai Rifugiati
Lasorte Trieste 20/05/16 - Via Battera, Orti curati dai Rifugiati

Per otto mesi hanno lavorato sodo, studiando concimi e assaporando il valore del ritorno alla terra. E ieri hanno potuto mostrare agli abitanti di Ponziana il frutto della loro fatica: il nuovo orto sociale, creato in via Battera 14/28, un progetto targato Habitat Microarea in collaborazione con Ics, Consorzio Italiano di Solidarietà. Alla creazione dell’orto, infatti, hanno collaborato anche alcuni richiedenti asilo, una decina in tutto, supportati da un gruppo di volontari e, fatto ancor più importante, dall'abbraccio spontaneo degli abitanti del rione.

È stata un piccola scommessa, può diventare un grande raccolto, e non solo in termini di prodotti. Che, va detto, di certo non mancano. In via Battera, infatti, sono stati piantati zucchine, peperoni, pomodori, melanzane, basilico, rucola, cetrioli e pure fragole. Il nuovo villaggio verde appare strutturato in cinque aree di circa 3 metri per 1, sorta di vasche con terriccio costruite dagli stessi operatori e volontari dell'Ics e della Microarea. Impossibile improvvisare a contatto con la terra, nemmeno in un piccolo appezzamento di Ponziana. E a ricordarlo ci hanno pensato Shakeel e Alasan, due trentenni in attesa del riconoscimento del diritto d’asilo in Italia, il primo proveniente dal Pakistan, l'altro dal Gambia. Entrambi abituati a vanghe, semine e recinti, hanno anche svolto il ruolo di tutor. L'orto, comunque, non si tramuterà in un mercato. Tutti i prodotti, infatti, verranno distribuiti tra gli abitanti del quartiere o, molto più semplicemente, consumati all'interno dei vari appuntamenti, conviviali o formativi, della Microarea di Ponziana.

Quello di via Battera non è il primo esperimento di questo tipo fatto a Trieste. Ad aprire la strada di aveva pensato il rione San Giovanni, dove da un anno prosegue con successo il progetto pilota, caratterizzato anche dalla coltivazione di fagioli: «Si tratta di un progetto di partecipazione attiva - hanno sottolineato gli operatori di ICS e Microarea - ma rappresenta anche un modo per recuperare e valorizzare antiche professioni». Ieri la grande festa, all’insegna dello slogan “Ponziana accoglie!”. Una sorta di vernice vissuta in gruppo, tra nuovi auspici e vecchi sogni, assieme brindisi e molta musica, quella scandita dalle percussioni dei Mamaya. L'orto insomma è stato battezzato, ora andrà seguito. Il calendario solare intanto indica l'arrivo delle zucchine, forse già a giugno. I frutti, i primi, di un atteso raccolto. (fr.ca.)

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