Chiesta la “moratoria” sui nuovi sacchi

Questa volta ci arrendiamo. Quando, come nel frangente, la burocrazia finisce col mostrare il suo volto più aberrante, forse non resta davvero che alzare le mani. Oppure, ed è quanto tenteranno di fare nelle prossime ore i sindaci dei comuni vicini e anche di Monfalcone, che già teme l’arrivo dell’onda lunga delle proteste scoppiate prima a Ronchi, poi a San Pier e quindi nella civilissima Staranzano - nonostante la medaglia al petto di una performance di differenziata pari al 73% -, correre frettolosissimamente ai ripari. Toccherà infatti agli amministratori dipanare la matassa con Isa Ambiente, facendosi portavoce delle lamentele dei residenti.
Quanto sta accadendo nel mandamento, con la sfilza di bollini rossi affibbiati ai sacchetti «non conformi» di quei cittadini che sciaguratamente hanno ignorato il kit distribuito dalla multiutility nelle scorse settimane (e per questo hanno visto permanere sul marciapiede la propria immondizia), inizia a proporsi anche nella città dei cantieri. Dove ieri mattina, una abitante di Panzano, cui peraltro non era pervenuto ancora lo stock di sacchetti a domicilio, già lamentava il mancato asporto del rifiuto, “bollinato”. Una situazione incresciosa, che non ha fatto fare i salti di gioia ai sindaci della Sinistra Isonzo, i quali tempestati di telefonate ed e-mail da utenti furenti hanno girato la “patata bollente” al gestore del servizio. Obiettivo: ottenere chiarimenti, magari una modifica in itinere o, più probabilmente, una moratoria. Perché in questa vicenda, lo riconoscono tutti, c’è stato quantomeno una «comunicazione insufficiente».
Ora, c’è da dire che il porta a porta non ha mai scaldato il cuore dei monfalconesi. Forse anche per l’applicazione spesso approssimativa in alcune aree, dovuta a fenomeni migratori o alla massiccia presenza di condomini. Si può chiudere un occhio sul fatto che i sacchetti siano effettivamente una regalìa, scordando - come ha detto Roberto Fontanot - che il loro costo il prossimo anno sarà «direttamente in bolletta». Ma che senso ha “punire” una selezione corretta dell’immondizia per il solo fatto che il cittadino ha usato un sacchetto, pur compostabile, di marca diversa? È una procedura prevista dal regolamento? Il cittadino inizia a vedere il porta a porta come un supplizio.
Tanto più che in città la consegna del kit non sta procedendo sempre ottimamente. In almeno un condominio, ad Aris, anziché consegnare a ogni nucleo le confezioni gli addetti hanno lasciato uno scatolone pieno di pacchetti per tutte le utenze. Col risultato che, in assenza di un’indicazione sul numero di confezioni da prelevare, qualche inquilino ne ha prese di più, altri sono restati a bocca asciutta. «La distribuzione dei nuovi sacchetti qui è appena iniziata - sottolinea il sindaco Silvia Altran -, quindi ci sarà molto tempo per decidere come procedere. Isa ha assicurato che prima di agire in qualsiasi senso avrà un confronto con noi. Possiamo già anticipare, comunque, che abbiamo chiesto a Isa Ambiente di osservare un periodo “di passaggio” che permetta ai cittadini di smaltire le riserve di sacchetti in loro possesso prima di cominciare a utilizzare le nuove». A Monfalcone, quindi, varrà la raccolta sia dei nuovi che dei vecchi sacchi.
«Indubbiamente - così Fontanot per Ronchi - la comunicazione in questa fase è stata poco efficace. Inoltre qualche cittadino ha senz’altro pensato di poter usare i vecchi sacchetti già acquistati, per finirli. Insomma, si è creata un po’ di confusione». «Perciò - prosegue - nel periodo di passaggio tra una modalità e l’altra sarebbe corretto non solo aumentare l’informazione, ma continuare a raccogliere i rifiuti anche coi diversi involucri. I Comuni avevano votato il nuovo sistema perché c’era troppa diversificazione di sacchi in alcuni territori, ma non Ronchi». Dove mille e rotte famiglie non hanno raccolto il kit (e tra questi «ci saranno anche i pigri che continuano a fare a modo loro»). «Non va bene e bisognerà andare a discutere con Isa», conclude. Stessa musica col sindaco di Staranzano, Riccardo Marchesan: «C’è stata più di una telefonata con Isa per far presente la situazione a fronte delle chiamate e delle e-mail dei cittadini che non vedevano asportata la propria immondizia. Bisogna dire però che nel giro di 24 ore i rifiuti sono stati rimossi». «Senz’altro - prosegue - un difetto di comunicazione, che sarebbe dovuta essere tempestiva e chiara. Ora credo sia importante che i sindaci si incontrino per vedere se le nuove modalità possano essere limate o in qualche modo modificate. La partecipazione dei cittadini è molto buona ed è giusto che gli sforzi vengano premiati, fermo restando che fissare un codice di colore per le diverse tipologie di scarto è importante per una raccolta efficiente».
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