Ciclisti a rischio: a ottobre in lavoro le prime piste

Si inizia col progetto per i 2 km di collegamento tra Campo Marzio e la “Cottur” e con il limite dei 30 all’ora per le auto in via Settefontane (direzione Cumano)
FOTO BRUNI TRIESTE 20 08 09 BICI IN CITTA'
FOTO BRUNI TRIESTE 20 08 09 BICI IN CITTA'

Urtati, cadono. Se cadono, sono a rischio di vita nel traffico. I ciclisti aumentano, ma sono mine vaganti. Gli incidenti più devastanti accadono in moto: troppe, e spesso irresponsabili. Ma i fragili ciclisti stanno diventando un problema in più. Lo si è visto con i seri guai di questi ultimi giorni. Persone gravemente ferite. E le piste ciclabili, formale e protettiva sede di transito? Previste dal Piano del traffico come “mobilità del domani” che torna alle lente modalità di ieri, ma poi messe a calendario a pezzi, in tempi diversi, o rimandate? Queste le ultime decisioni comunali, di cui tiene le redini Elena Marchigiani, assessore a Mobilità e Urbanistica.

Il progetto. Inizialmente erano previsti 85 chilometri per i ciclisti rispetto ai 15 attuali, di cui 64 a tenore turistico. Un percorso raffigurato col “pi greco”: le Rive il lato lungo, e due percorsi paralleli verso la città alta, destinazione San Giovanni attraverso via Giulia e via Cumano per viale D’Annunzio. Costo di 344 mila euro, di cui 258 mila già finanziati dalla Regione.

Primo lotto. Oggi ha il semaforo verde, con la previsione di un progetto definitivo tra settembre e ottobre e lavori entro l’anno, solo il primo lotto, ma da un’altra parte. Da Campo Marzio due chilometri di collegamento con la ciclopedonale Cottur che parte da via Orlandini e attraversando San Giacomo arriva fino a Draga Sant’Elia. «Al 90% sarà a esclusivo uso delle biciclette - spiega Marchigiani -, useremo il finanziamento regionale e 60 mila euro del Comune, ricavati da quei 12 milioni da poco resi disponibili per lavori pubblici. Niente patto di stabilità. Li possiamo spendere».

Secondo lotto. Il secondo lotto, Rive, è bloccato dal diniego dell’Autorità portuale a cedere qualche centimetro di propria area, ora a parcheggio in gestione Ttp. «Ma abbiamo ovviato rifacendo la segnaletica esistente dalla Stazione a Campo Marzio. Il ritorno è per via Cadorna verso il centro. Però su sede stradale». Cioé a filo delle macchine.

“Pi” uno. E il disegno del “pi greco”? Partirà a ottobre la direttrice verso via Cumano (musei): via Settefontane e tutto il percorso attraverso piazza Perugino inaugureranno il limite di velocità a 30 chilometri orari. Pista convivente con le macchine.

“Pi” due. Per arrivare in bici a San Giovanni si useranno invece le vie Mazzini e Imbriani candidate a pedonalità, che intanto si sperimenta nei week end. Il resto del percorso «va su viale XX Settembre - dice Marchigiani -, perché non è possibile guadagnare spazi su via Battisti».

I bus. C’è un progetto più ambizioso. Pattuire con Trieste Trasporti che su quelle due vie pedonalizzate i bus non superino i 30 all’ora. Condividendo la corsia preferenziale proprio coi ciclisti. Convivenza pericolosa? «No, a Bologna lo fanno già».

Prossimamente. Corsie per biciclette sono previste in via Trento nell’ambito della riqualificazione piazza Ponterosso-largo Panfili, e in via XXX Ottobre che già in testa e in coda è ormai pedonale, e in mezzo resta Zona a traffico limitato: per realizzare questo lotto arriveranno i famosi, tanto bloccati, fondi Pisus. La Regione li ha “liberati”. Pedalare da queste parti, però, sarà cosa da 2015 avanzato.

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