Civiche e Lega: tagliare i consiglieri da 60 a 40

Degano: vitalizio dopo una legislatura. Gottardo e Malattia: innalzare l’età da 60 a 65 anni
TRIESTE
Tutti in “pensione” a 65 anni. Anche i politici. Ma anche una riduzione da 60 a 40 degli scranni in Consiglio regionale. Tiene banco anche in regione il dibattito sui costi della politica. Sul posticipare il limite d’età in cui i politici iniziano a percepire il vitalizio, i capigruppo del consiglio regionale sono sostanzialmente d’accordo. Le proposte per ridurre i costi della politica non si fermano a questo anche se i più – a sinistra come a destra – non amano la caccia alle streghe e ritengono che indennità e rimborsi siano giustificati per chi lavora seriamente. Ma nell’insofferenza popolare contro la casta delle auto blu e degli over 10 mila euro il mese, nessuno si tira indietro. Ecco allora che i consiglieri del Friuli Venezia Giulia sono pronti a rispolverare vecchie proposte seppellite negli armadi delle buone intenzioni e ad avanzarne di nuove. Un punto di partenza, però, è uguale per tutti. Le modifiche non potranno essere indipendenti dalle scelte nazionali: per ogni cambiamento serve intervenire sullo statuto regionale che è legge costituzionale.


IL VITALIZIO Alla raccolta di firme di Ruben Colussi e dei “compagni” della Cgil per abolire il vitalizio di consiglieri e parlamentari, maturato dopo 30 mesi, si affiancano proposte diverse. «Il vitalizio dovrebbe essere conseguito dopo almeno cinque anni – dice Cristiano Degano (Dl) – oppure si potrebbe provvedere diversamente. Ritengo attuale una proposta che ho avanzato ormai 14 anni fa, quand’ero presidente del Consiglio. Invece di versare mensilmente le trattenute alla Regione, che poi vanno a costituire il vitalizio, si stabilisca una convenzione con un’assicurazione o un ente previdenziale, a cui un consigliere possa scegliere affidare quelle risorse». A favore del fondo privato anche Luca Ciariani (An). «In questo modo si eviterebbe di erogare per troppi anni – si pensi a chi vive oltre gli 80 anni – il vitalizio». Sull’innalzamento dell’età in cui i politici iniziano a percepire il vitalizio (oggi 60 anni), concordano Isidoro Gottardo (Fi) ma anche Bruno Malattia (Cittadini). «Se ai cittadini viene chiesto di andare in pensione a 65 anni – dice Gottardo – è giusto che ci sia la stessa indicazione anche per i rappresentanti delle istituzioni». I sindacati, invece, hanno un’idea ben diversa. «Bisogna che la questione sia discussa nell’ambito del tavolo nazionale sulle pensioni che si sta per aprire a Roma – rilancia Paolo Moro, Cisl -. Sarebbe importante venisse fatto un accordo con gli enti locali, dalla rappresentanza delle Regioni, all’Anci e all’Upi, affinché la trattativa comprenda anche questa categoria e si arrivi ad una unificazione dei trattamenti». La soluzione per ridurre i costi della politica è la concertazione anche per Luca Visentini, Uil. «Non credo nelle raccolte di firme, bisogna fare un ragionamento scientifico, anche a livello regionale».


RIDUZIONE DEI CONSIGLIERI La proposta dei Cittadini è di passare da 60 a 40 consiglieri. Favorevole a un taglio anche la Lega Nord. «Quello che però non va fatto – evidenzia Alessandra Guerra – è mettere sullo stesso piano chi fa il proprio lavoro seriamente e chi no. Bisogna consentire a chi lavora bene di avere un’autonomia anche economica. Diversamente diverrà schiavo di altri poteri…». Un primo passo verso la riduzione potrebbe già essere fatto: «Rinunciando agli assessori esterni – evidenziano Roberto Molinaro (Udc) e Luca Ciriani (An) – se non in rari casi in cui servano dei tecnici. La giunta Illy non è stata d’esempio».


INDENNITA’ E RIMBORSI 2700 euro il mese per le spesa auto ai consiglieri di Pordenone e Tolmezzo? Anche se chi li riceve assicura che siano commisurati alle spese sostenute, c’è chi propone di verificarlo in modo più scientifico. «Invece di procedere con rimborsi forfetari – propone Degano – si potrebbero pagare le spese effettivamente sostenute. Diventa però molto più complicato per gli uffici regionali». Anche sulle indennità il capogruppo Dl ha un’idea fissa da un po’: «Vincolare il calcolo non solo alla presenza in aula, ma al numero di votazioni a seduta».


ALTRO I costi della politica, però, non sono solo generati dai politici. «Perché un dirigente di un’azienda privata non arriva a 80 mila euro l’anno e uno pubblico guadagna anche 300 mila euro l’anno?» chiede Alessandra Guerra.

Martina Milia

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