Cok, il Tribunale ha deciso: è fallimento

È fallita l’impresa costruzioni “Cok & C. srl” che dava lavoro a una trentina di operai e tecnici.
La decisione è stata assunta ieri dal Tribunale civile presieduto dal giudice Giovanni Sansone che ha accolto l’istanza presentata poco più di una settimana fa dal pm Federico Frezza. Contestualmente il Tribunale ha nominato curatore il commercialista Mario Giamporcaro.
La decisione dei magistrati è stata fulminea perché solo martedì mattina gli avvocati dell’azienda in crisi, gli avvocati Rossella Giadrossi e Andrea Polacco, avevano chiesto un mese di tempo per mettere a fuoco una proposta di concordato preventivo. Avevano offerto in garanzia un terreno del valore di 400-500 mila euro di proprietà della madre dell’imprenditore ma su quel terreno di Rupinpiccolo comunque grava già una fidejussione bancaria. Tutto è stato inutile anche perché l’amministratore della società, Maurizio Ivo Cok, ha ammesso di fronte al presidente del Tribunale e ai suoi legali di non avere in cassa nemmeno un soldo. E per avviare il concordato servivano dai 50 ai centomila euro. Dunque fallimento, per fare si che nell’attesa teorica di una soluzione tutta da definire, non venissero ulteriormente intaccati i diritti dei creditori. Tre sono le banche coinvolte: l’Unicredit, la Cassa di Risparmio del Friuli Venezia Giulia e la Hypo Bank. Ora il curatore dovrà compiere nel più breve tempo possibile l’inventario dei beni societari da mettere all’asta nel caso l’azienda non trovi a breve scadenza un affittuario in grado di fare riprendere l’attività. La sede operativa dell’impresa “Cok” con il relativo frantoio per il materiale edile di ricupero, è posta in strada per Basovizza, mentre quella legale è in via San Sabba.
Le cause del crac sono di una evidenza cristallina: le banche hanno stretto il credito alle imprese. I lavori stradali segnano il passo ed anche gli altri, come quelli fognari in cui l’impresa “Cok” era specializzata, subiscono i contraccolpi della stretta finanziaria pubblica. Nel 2010 il bilancio della società era stato positivo, se pur di soli 30 mila euro. Poi sono iniziate le traversie, i pignoramenti presso terzi, le dimissioni degli operai che da mesi non percepivano lo stipendio, le azioni di Equitalia.
Lo sbilancio è finora stimato in tre milioni di euro a cui possono essere contrapposti quattro contratti già firmati. Il più importante è quello con il Comune di San Dorligo- Dolina, dove l’impresa “Cok & C.srl” avrebbe dovuto aprire a brevissima scadenza un cantiere per realizzare la rete fognaria: valore dell’appalto 380 mila euro che verrebbero pagati solo dopo aver verificato il reale avanzamento dello stato dei lavori. Ma l’azienda da tempo non aveva i soldi per avviarli. Nella vicenda va considerato anche che il nome dell’ammnistratore Maurizio Ivo Cok è annotato sul registro degli indagati della Procura: il pm Federico Frezza ritiene che la scoperta in un cassetto della società di un contratto non firmato d’affitto d’azienda, possa costituire la prova di un tentativo di bancarotta fraudolenta, progettato a danno dei creditori. la parte sana della “Cok” avrebbe dovuto essere affidata alla società “Tda” gestita dal capo cantiere della stessa impresa dichiarata ieri fallita.(c.e.)
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