Commercio in crisi, ma gli affitti non calano

Molti commercianti triestini sono in affanno, a causa dei consumi ridotti da parte dei clienti, in aggiunta a tasse e costi fissi sempre più onerosi, ma gli affitti non scendono. Anzi. Nel centro cittadino restano elevati, crollano invece in periferia, dove però nessuno vuole investire. Alla base del fenomeno due dati. I proprietari non intendono abbassare le locazioni, alla luce delle spese comunque da sostenere, d’altra parte le richieste non mancano, spesso da parte di chi prova ad avviare una propria attività, dopo aver perso il lavoro. «La crisi del commercio incide parecchio sui valori dei canoni di locazione dei negozi, ma non si tratta di un settore fermo. Con sorpresa sto constatando, assieme ai miei colleghi, che a fronte di numerose chiusure ci sono anche molte nuove aperture. Il mercato infatti è piuttosto dinamico, la richiesta principale è di fori commerciali di piccola dimensione, 50-80 metri quadrati, in posizioni di elevato passaggio, a canoni “accettabili” - spiega Andrea Oliva (Fimaa) -. Il motivo, da quanto notato in città, è legato alla volontà di tentare la strada imprenditoriale da parte di chi si trova disoccupato». Ma non tutti ce la fanno. Secondo gli agenti immobiliari il mercato triestino delle locazioni dei negozi potrebbe diventare ancora più vivace se gli affitti, in particolare per ambienti non troppo grandi, si abbassassero. «La nota dolente è che incontriamo ancora una distanza notevole tra domanda e offerta, come dimostra la presenza di locali vuoti, che oramai siamo abituati a vedere anche nel centro cittadino - continua Oliva -. I prezzi richiesti dalla proprietà sono ritenuti per la gran parte elevati dai potenziali locatari. Chi affitta cerca di difendere il proprio interesse, considerando che a gravare sono i costi relativi alla tasse e alla necessità di fornire al conduttore l’attestato di prestazione energetica». E la proprietà «comunque deve prevedere accantonamenti per eventuali lavori di straordinaria manutenzione dello stabile, per il rischio locativo nel caso in cui non vengano pagati i canoni, l’accantonamento dell’eventuale pagamento dell’avviamento commerciale al conduttore in caso di disdetta da parte della proprietà». Le zone più richieste da chi sceglie di aprire un negozio sono Cavana, Cittavecchia e le Rive, mentre si va verso un costante depauperamento dei rioni e delle aree più periferiche, dove le chiusure sono continue, minate dalla concorrenza dei centri commerciali, delle grandi catene di super/ipermercati e da un’attenzione agli acquisti sempre maggiore da parte dei triestini verso la vicina Slovenia.
Quanto costa affittare un negozio in centro? Si va dai 20 ai 50 euro per metro quadrato al mese. A incidere sulla spesa alcune variabili, come la presenza di una zona pedonale, l’ampiezza del marciapiede o la posizione ad angolo del locale e quindi la confluenza tra due strade, e ancora il numero di vetrine, la dimensione e sistemazione degli spazi interni, le condizioni generali dell’immobile e gli eventuali vincoli della Soprintendenza. Qualche esempio? Per locali dove non servono interventi di sistemazione, in viale XX settembre un negozio di 100 metri quadrati è in affitto a 2800 euro al mese, in Largo Barriera 65 mq a 2790 euro mensili, mentre in via Carducci, accanto a un grande negozio, per 75 mq ce ne vogliono 1580. In periferia il prezzo è decisamente più basso e si attesta attorno ai 10 euro per metro quadrato al mese. (mi.b.)
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