Con l’entrata nell’Ue il settore ittico cresce e aumenta gli affari

Il prodotto fornito da 160 pescatori all’azienda di Visignano che ha ampliato la propria sede finisce soprattutto in Italia

PARENZO. Ormai in Croazia non fanno quasi più notizia le aziende costrette a chiudere i battenti causa la crisi economica. Ce ne sono anche di quelle che navigano con il vento in poppa, che stanno traendo grossi benefici dall'entrata del paese nell'Unione europea e che pertanto meritano almeno un po'di attenzione. È il caso della società S.I.C. di Abrega che si occupa della vendita all'ingrosso e della lavorazione del pesce.

Ebbene come spiega il direttore Djani Stojni„, le modalità di esportazione nei paesi comunitari sono molto più facili. Prima i camion dovevano passare per il valico di Rupa nell'entroterra fiumano poichè abilitato al controllo veterinario per i generi alimentari di origine animale. Ora invece gli autocarri vanno direttamente al valico di Castelvenere, senza soste per la spedizione e la dogana con enorme risparmio di tempo e di carburante.

L'azienda fondata nel 1994 dallo stesso Stojni„ e da suo cognato Dino Muskovi„ sta per compiere un passo importantissimo nel suo cammino di sviluppo: il trasferimento nella zona d'affari di Milanezi nel vicino comune di Visignano, visto che l'attuale sede è troppo stretta. Per la costruzione del nuovo reparto di 6000 mq sono stati investiti 10 milioni di euro, di cui 1,5 erogati dal programma di preadesione IPARD. Il numero degli occupati salirà dagli attuali 65 a 110 con la capacità di lavorazione di 7.000 tonnellate di pesce all'anno rispetto alle attuali 2.500. Giornalmente se ne potranno lavorare da 30 a 60 tonnellate. Il pesce viene fornito da 160 pescatori da Salvore alla Dalmazia.

L'80% dei prodotti, vale a dire pesce fresco, surgelato e in lattina è destinato al mercato estero soprattutto a quello italiano, il rimanente finisce nelle pescherie e ristoranti dell'Istria. I macchinari e le attrezzature sono l'ultimo grido della tecnologia nel settore. Tra l'altro sul tetto sono stati collocati 70 pannelli per il riscaldamento dell'acqua, ci sono poi il depuratore ecologico e il pozzo per la raccolta dell'acqua piovana e una stazione di pompaggio di riserva da attivare in caso di incendio. Djani e Dino sono il tipico esempio di imprenditori venuti su dalla gavetta, nella loro azienda non abitano né la politica e nemmeno i faccendieri che altrove purtroppo hanno messo in ginocchio tante aziende. (p.r.)

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