Concessione di trent’anni alla Ferriera

Approvata all’unanimità dal Comitato portuale. D’Agostino: «L’industria valorizza lo scalo ma deve rispettare l’ambiente»
Di Silvio Maranzana
Foto Bruni 16.07.13 Autorità Portuale:Convegno con gita sul Delfino Verde fronte porto-la ferriera
Foto Bruni 16.07.13 Autorità Portuale:Convegno con gita sul Delfino Verde fronte porto-la ferriera

Siderurgica Triestina ha ottenuto in concessione per trent’anni la banchina di Servola. Il voto favorevole del Comitato portuale è stato espresso ieri mattina all’unanimità. Dopo gli Accordi di programma sottoscritti in sede ministeriale, l’acquisizione della centrale elettrica Elettra, l’incasso dell’Autorizzazione integrata ambientale dalla Regione, con la concessione di ampia portata temporale da parte dell’Authority di un’area di 325mila metri quadrati (lo stabilimento siderurgico si estende anche su ulteriori 200mila metri quadrati di proprietà), St può ora dispiegare il suo piano industriale lungo i tre campi d’azione previsti: l’area a caldo, il laminatoio a freddo e quella che può essere definita la piastra logistica dato che già negli ultimi mesi sono in forte aumento sia la movimentazione delle navi, che quella dei treni. Com’è chiaramente desumibile, la società e più in generale lo stesso Gruppo Arvedi possono così anche programmare operazioni sul lungo termine.

«Con questo provvedimento - è stato il commento dopo il voto del commissario dell’Authority Zeno D’Agostino - inseriamo all’interno dell’attività portuale anche la Ferriera che ha convertito molte attività da produttive a logistiche. Stiamo assistendo a un forte incremento dei traffici sia in entrata via mare che in uscita via ferrovia: 700 treni movimentati nel 2015 con prospettive di raddoppio. Ciò si inserisce perfettamente nelle linee di sviluppo del porto che prevede anche l’inserimento di attività industriali nell’ambito dello scalo, operazione che vuole addirittura essere uno degli elementi strategici per lo sviluppo futuro. Gli insediamenti industriali infatti - ha aggiunto il commissario - sono una grandissima ricchezza e un elemento che porterà oltre ad occupazione e valore, anche traffici nuovi. Da un punto di vista più generale credo dunque che attività anche di industria pesante, manifatturiera e produttiva all’interno del porto siano perfettamente inquadrabili nel nostro progetto di crescita. Ma riguardo a questa concessione - ha specificato D’Agostino - saremo molto rigorosi sulle prescrizioni ambientali che Siderurgica deve seguire. Il nostro provvedimento sta dentro un quadro generale ben specifico ed è in linea con lo stesso per cui anche noi saremo estremamente rigidi e vigileremo affinché l’azienda metta in atto tutte le misure di mitigazione dell’impatto ambientale previste e rispetti le indicazioni del ministero dell’Ambiente».

Ma nella stessa seduta, che potrebbe essere la penultima della sua esistenza data la prossima entrata in vigore della nuova legge che prevede una governance ridotta a cinque persone, il Comitato portuale ha dato un’altra concessione trentennale, allo yacht club del Marina San Giusto che nei mesi scorsi ha sfiorato la messa in liquidazione, scorporando però la palazzina servizi per la quale l’Agenzia del Demanio attende l’incameramento ai Beni dello Stato. La concessione attualmente in vigore sarebbe scaduta nel 2023 il che non avrebbe permesso alle banche di dilazionare le rate dei mutui stipulati dalla società in particolare per la realizzazione della diga di contenimento. «Con la concessione trentennale - ha spiegato lo stesso D’Agostino - probabilmente abbiamo scongiurato tutti i pericoli di fallimento creando le condizioni indispensabili affinché gli istituti di creditori possano fornire sostenibilità economica. L’Agenzia del Demanio ci ha scritto qualche giorno fa precisando che non sussiste opposizione alla concessione sulla parte a mare essendo state classificate le strutture del Marina San Giusto di facile rimozione. E proprio ieri Alberto Cutroneo, portavoce dei titolari di ormeggio ha reso noto che è stato costituito il Comitato San Giusto al quale hanno finora aderito trenta del centinaio di diportisti e che è presieduto dal sociologo Augusto Debernardi. Il Comitato ha chiesto un incontro con il presidente Paolo Zelco e si è detto disponibile a costituire un fondo che contribuisca a salvare il sodalizio a patto che non si tratti di un’imposizione alla cieca.

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