Consorzio bonifica della Bassa quel canone è da restituire

GRADO. Ha fatto ricorso contro il pagamento del canone del Consorzio Bonifica Bassa Friulana per lo smaltimento delle acque meteoriche in quanto non riteneva corretta l’applicazione e la Commissione Tributaria di primo grado di Udine gli dà ragione. Condannato pure il Consorzio Bonifica a liquidare le spese di giudizio e a rimborsare quanto il cittadino aveva versato. Fra le tante cartelle “pazze”, così le aveva definite chi aveva vivacemente protestato nel 2013, c’erano state anche quelle emesse dal Consorzio Bonifica Bassa Friulana. Parliamo di circa 10mila cartelle relative ad altrettante unità abitative (parte dei proprietari sono stati inseriti a ruolo dopo l’ampiamento dell’area di competenza stabilita dalla Regione) e del Comune che devono pagare lo smaltimento delle acque meteoriche.
Se escludiamo il Comune che ha una cartella che arriva da Equitalia (incaricata a riscuotere per conto del Consorzio Bonifica) di oltre 10 mila euro, i cittadini hanno in realtà delle spese non molto elevate, pagabili anche in quattro rate. L’aumento, quasi il raddoppio, avvenuto nel 2013 aveva fatto scatenare le proteste. Una delle persone che l’aveva ricevuta, Mario Scaramuzza, aveva allora deciso di ricorrere alla Commissione Tributaria di Udine che gli ha dato ragione. Questa ha stabilito la nullità dell’avviso di pagamento obbligando il Consorzio Bonifica Bassa Friulana a rimborsare al Scaramuzza il pur piccolo importo di 27,35 euro e condannando lo stesso Consorzio a rifondere al ricorrente le spese di giudizio che ha stimato in 100 euro. Proprio domani scade il termine per pagare quanto richiesto per la nuova annata e a questo punto su cosa accadrà è tutto da vedere poiché spiegando la motivazione, la Commissione Tributaria ritiene che il Consorzio non possa richiedere genericamente il rimborso del contributo consortile, ma debba motivare esattamente il perché viene richiesto dimostrando che effettivamente esiste il suo reale intervento, utente per utente. Il cittadino gradese che ha ricorso alla Commission tributaria non ritiene, infatti, alla pari di tanti altri, che il Consorzio Bonifica abbia nulla a che fare ormai con l’area dove è ubicata la sua abitazione dato che questa è servita di tutto dalle varie reti comunali. Parliamo, in parte, di aree comunali che hanno almeno una cinquantina di anni di vita e che sono, come detto, tutte urbanizzate. Ma né il Comune e nemmeno gli amministratori di condomini erano insorti proponendo ricorso, seppur fossero emerse notevoli polemiche apparse anche sulla stampa, per verificare esattamente la situazione. Ci ha pensato un singolo cittadino. Non si sa se ora sarà possibile ricorrere per la restituzione di quanto versato nelle annate precedenti ma sicuramente d’ora innanzi cittadini ed enti pubblici dovranno riflettere su cosa fare. Tutto è uscito di prepotenza alla ribalta nel 2013 quando il Consorzio Bonifica Bassa Friulana, avvalendosi di nuove disposizioni regionali, ha addirittura ampliato la sua zona di interesse per la riscossione e in ogni caso ha aumentato i contributi consortili precedenti. Le aree interessate all’intervento del Consorzio Bonifica vanno dal Parco delle Rose a Città Giardino, alla Sacca, Valle Goppion, a Pineta, Primero nonché Fossalon e Boscat.
@anboemo
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