“Consulenti” per lo statuto Scintille fra Pd e Meio Muia

MUGGIA. «Il centrosinistra si impegna ad approvare nel corso del prossimo mandato le modifiche allo statuto comunale». Correva l’anno 2011 e a pagina 18 del programma elettorale dell’allora candidato sindaco Nerio Nesladek era messo a chiare lettere uno dei tanti punti della coalizione che poi si sarebbe aggiudicata nuovamente il governo di Muggia. A pochi mesi dalla scadenza del mandato di Nesladek, la consigliera di maggioranza Marina Busan (Meio Muja) insorge: «Dopo due anni che lavoriamo allo statuto per modificarlo, nessuno si è fatto avanti per chiedere ulteriori modifiche, tranne alla fine dei lavori quando il Pd è intervenuto chiedendo che vengano inseriti i cenni storici. Da lì anche l’opposizione ha chiesto lo stesso e tutto è saltato». La querelle era emersa pochi mesi fa, con l’interesse da parte del centrodestra di non dimenticare le foibe, e quello del centrosinistra di tutelare il valore dell’antifascismo. Nell’ultima riunione della Commissione che si occupa di revisionare lo statuto, le varie parti politiche hanno cercato un punto d’incontro. Ma, sostiene Busan, il Pd ha cambiato nuovamente le carte in tavola: «Il capogruppo del Pd Riccardo Bensi ha comunicato la volontà di far redigere una relazione sui cenni storici a professionisti esterni, nonostante che nel primo mandato Nesladek fossero stati incaricati già tre esperti di storia muggesana. Ora, se tale relazione non verrà stilata, il Pd ha detto che non voterà lo statuto». Raggiunto un accordo su tale relazione, parte della Commissione ha proposto di portare avanti comunque lo statuto e votare inizialmente il resto: tra i punti chiave l’aumento del numero di assessori comunali esterni. Ma il Pd ha deciso di non votare. «Dove è finito l'impegno del sindaco?», si chiede Busan: «Noi tutti siamo pronti a votare lo statuto e proprio il Pd si tira indietro. Avrebbero potuto essere più presenti alle riunioni precedenti e chiedere queste modifiche prima».
Pronta la replica di Bensi: «Come la consigliera Busan ben sa, si dovevano approvare modifiche discusse e concordate con la cittadinanza. Tra queste la richiesta di inserire i cenni storici di cui ancora oggi si sta discutendo». Bensi alza il tono: «Lo stesso impegno rivolto all’identità slovena previsto dal programma elettorale citato, inoltre, nonostante il nostro fermo proposito, non è stato preso in considerazione». Evidenziando come il mandato non sia ancora concluso e che «c'è quindi ancora margine di movimento e tutto l’interesse e l’impegno per continuare il lavoro sin qui portato avanti». Rimarcando poi come «solo due volte in questi anni non sono stato presente in Commissione per motivi lavorativi», Bensi evidenzia come è mancata invece «la presenza e la partecipazione attiva dell'opposizione. Basti pensare, a sostegno di ciò, che nell’ultima Commissione ben tre partiti non si sono visti. Come si sarebbe potuto raggiungere un accordo?». Bensi lancia la sfida: «Dato che l'opposizione non ha dimostrato interesse verso questo tema, proporrei un confronto pubblico tra tutti i consiglieri che si riconoscono nella maggioranza».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo








