«Controlli insufficienti sulla Ferriera»

A stretto giro di posta “NoSmog” replica all’assessore regionale Sara Vito, scesa in campo per difendere l’Autorizzazione integrata ambientale (Aia) sulla Ferriera. «Ci racconta di un cronoprogramma - attacca il comunicato degli ambientalisti - in base al quale dovranno essere progressivamente attuati e completati al massimo entro 30 mesi una serie di importanti interventi ». «Dimentica che vengono concessi ulteriori 6 mesi per la presentazione di un piano di risanamento acustico che, sommati a 30 fanno 36, cioè si va al 2019. E nel frattempo cosa si fa? Bisogna subire! L'assessore conferma quanto da noi evidenziato, cioè le dilatazioni delle frequenze dei i controlli e la riduzione del numero dei deposimetri, ma ci sia almeno consentito di dubitare che una rarefazione dei controlli sia una modalità atta a migliorare le garanzie di efficienza e tutela». «Per quanto riguarda l'impianto di agglomerazione - prosegue la nota - , conveniamo che una gestione ottimale possa minimizzare le emissioni di diossina , del resto fisiologiche per tale tipo di impianti, ma per comprendere la qualità della gestione necessitano misurazione puntuali, se non continue, e non solo autocertificati». Il comunicato affronta una serie di questioni cui la Vito non avrebbe replicato: l’esercizio contemporaneo dei due altoforni; la tempistica non progettuale ma esecutiva per la copertura parchi, prevista già dall'Accordo di Programma; le mancate prescrizioni del Comitato tecnico regionale in caso di incidente rilevante; l'acquisizione in mano pubblica delle centraline di rilevamento della qualità dell'aria, ora private. “NoSmog” chiede se i superamenti dei limiti di legge registrati presso le varie centraline site in zona, al di fuori del perimetro dello stabilimento, saranno motivo di sanzioni. E chiede quali sono le caratteristiche di difformità della centralina San Lorenzo, sempre citate ma mai dettagliate, per non essere considerata valida a protezione della salute umana.
Sulla questione Ferriera intervengono anche le “rsu” della Uilm, sindacato più rappresentrativo nella fabbrica servolana. Una nota ribadisce «la contrarietà a trasformare il dibattito sulla Ferriera in una guerra tra concittadini che vedrebbe inevitabilmente sconfitti sia i lavoratori che i cittadini di Trieste». «Come rsu saremo i primi a dare un giudizio negativo se gli interventi di risanamento ambientale dovessero risultare inadeguati».
Infine prende posizione critica nei confronti delle dichiarazioni di Sara Vito il coordinatore di FareAmbiente Giorgio Cecco. «Ci fa piacere che la Regione abbia imposto all'azienda un cronoprogramma per il completamento degli interventi più importanti, però i dubbi restano tutti, visto che finora, come in passato, le tempistiche promesse non sono state rispettate e le prescrizioni non sono state prese in considerazione».
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