“Corto” degli allievi del Villaggio del Fanciullo

Presentato “La vita di Leo” nell’ambito della campagna contro le dipendenze giovanili
Foto BRUNI TRieste 14 06 10 Don Roberto,responsabile Caritas
Foto BRUNI TRieste 14 06 10 Don Roberto,responsabile Caritas

«Ciao, mi chiamo Leo, ho 16 anni e sono un ragazzo come voi. Quasi come voi». Inizia così “La vita di Leo”, un cortometraggio realizzato dagli studenti del corso di grafica del Centro di formazione professionale del Villaggio del Fanciullo, con il contributo della Regione, nell’ambito del progetto “Mai dire bonzai” per la prevenzione delle dipendenze giovanili. Leo è un adolescente come tanti che, a seguito della scomparsa del padre, vive un momento di difficoltà esistenziale. Il suo disagio non trova ascolto e finisce per lasciare spazio a un vuoto di senso che, ben presto, il ragazzo tenta di riempire con le amicizie sbagliate, quelle che lo iniziano all’utilizzo delle droghe, agli spinelli e alla cocaina, fino ad arrivare alle smart drug, quei preparati che, seppur legali, possono causare gravi danni alla salute di chi li assume.

«Mi sono chiuso in un mondo parallelo e con le droghe ho cercato di fuggire la realtà». È la stessa voce di Leo a narrare le vicende che si susseguono nei 16 minuti del cortometraggio, la cui sceneggiatura è stata curata interamente dagli studenti, che hanno vestito anche i panni degli attori, dietro la regia di un attento Pablo Molano, bravo a sfruttare sia le competenze tecniche legate al mondo degli audiovisivi, sia quelle di educatore, in un lavoro corale che ha coinvolto per oltre un anno i ragazzi e i docenti del Centro formativo di Opicina. L’uso di sostanze, però, non è il solo elemento a delineare la sofferenza del protagonista di questa vicenda, frutto della fantasia di un gruppo di adolescenti, ma plausibile nella realtà quotidiana dei giovani. Sullo sfondo della vita di Leo, infatti, vi è la solitudine, la mancanza di riferimenti e un uso smodato delle nuove tecnologie e dei social network, elementi che spesso caratterizzano il disagio.

«Non possiamo rimanere indifferenti – ha spiegato il presidente del Villaggio del Fanciullo don Roberto Pasetti, intervenuto durante la presentazione del dvd che verrà consegnato ai dirigenti scolastici delle scuole medie della provincia di Trieste - . Non possiamo coprirci gli occhi davanti a queste problematiche che riguardano i giovani e le agenzie educative, come le scuole, che di loro si occupano». La storia di Leo, quindi, può diventare un patrimonio comune, attraverso il quale raccontare le numerose possibilità di riscatto dalla sofferenza. «Assieme ai ragazzi – hanno sottolineato il tutor Nicolas Murkovic e la docente Clelia Fiano – abbiamo riflettuto su quali possono essere le alternative alla deriva della droga».

Luca Saviano

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