Crisi Ucraina, Putin decide: i primi reparti russi oltrepassano il confine

Lo zar riconosce i separatisti del Donbass e ordina lo schieramento delle forze armate in quella zona dell’Ucraina. Usa e Ue: reagiremo con sanzioni durissime
Giuseppe Agliastro
Separatisti filo-russi festeggiano a Donetsk dopo l’annuncio del leader russo Vladimir Putin
Separatisti filo-russi festeggiano a Donetsk dopo l’annuncio del leader russo Vladimir Putin

MOSCA Vladimir Putin ha riconosciuto le due “repubbliche” separatiste filo-Cremlino del Donbass firmando un decreto davanti alle telecamere della tv di Stato. Poi ha ordinato alle forze armate russe di schierarsi in questa zona dell’Ucraina controllata dai ribelli: con l’obiettivo di «mantenere la pace», è la versione del Cremlino.

La mossa di Putin arriva però nel pieno delle pericolosissime tensioni attorno all’Ucraina, con la Russia accusata di aver ammassato circa 150mila soldati non lontano dai confini con il Paese vicino, e la decisione del presidente russo di riconoscere le autoproclamate “repubbliche” di Donetsk e Lugansk è stata subito condannata da molti attori internazionali e sta già attirando su Mosca nuove sanzioni.

Nel suo lungo discorso in tv, Putin ha ribadito di ritenere una minaccia un eventuale ingresso di Kiev nella Nato e, con parole impregnate di retorica e propaganda, ha dichiarato che «la moderna Ucraina è stata creata dalla Russia» e «ha già perso la sua sovranità» diventando serva «dei padroni occidentali». Secondo diversi analisti, l’azione di Putin rischia di far naufragare gli accordi di Minsk sanciti sette anni fa per cercare di mettere fine al conflitto nel Donbass: l’area del sud-est ucraino dove la Russia è accusata di sostenere militarmente i separatisti nel conflitto scoppiato otto anni fa e nel quale si stima che abbiano perso la vita oltre 14mila persone.

Le reazioni internazionali non si sono fatte attendere. «Se c’è l’annessione, ci saranno sanzioni. E se c’è un riconoscimento» dei separatisti «metterò le sanzioni sul tavolo e i ministri decideranno», ha affermato il capo della diplomazia Ue, Josep Borrell. La Casa Bianca ha annunciato che agli americani saranno vietati nuovi investimenti «nelle regioni secessioniste dell’Ucraina» e che «presto» ci saranno «misure aggiuntive». L’iniziativa russa è stata condannata da Francia, Germania, Italia, Gran Bretagna e Nato, mentre da parte sua l’Onu aveva chiesto a Mosca di «astenersi» da «qualsiasi decisione unilaterale» che minasse «l’integrità» dell’Ucraina.

La decisione di Putin era nell’aria già da alcune ore, quando in una riunione del Consiglio di sicurezza russo accuratamente programmata e mandata in onda dalla tv di Stato, il presidente russo aveva ascoltato le opinioni degli alti funzionari del Paese, che a uno a uno si rivolgevano a lui dicendosi favorevoli al riconoscimento delle “repubbliche” separatiste. L’Occidente teme un’offensiva contro l’Ucraina da parte della Russia, accusata di aver ammassato circa 150mila soldati non lontano dai confini col Paese vicino. Mosca smentisce e dice di vedere come una minaccia l’espansione a est della Nato chiedendo, tra le altre cose, di vietare a Kiev l’ingresso nell’alleanza.

La diplomazia non smette di lavorare per cercare di placare le tensioni, anche se non è chiaro quali ripercussioni possa avere la mossa di Putin su questi sforzi. Incontri internazionali ad alto livello sono per ora in programma nei prossimi giorni: il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov giovedì dovrebbe parlare a Ginevra col segretario di Stato americano Antony Blinken, e venerdì è atteso a Parigi per un faccia a faccia col capo della diplomazia francese Jean-Yves Le Drian. All’orizzonte c’è un possibile vertice tra Putin e il presidente americano Joe Biden promosso dall’Eliseo. Un evento che si spera possa allontanare i timori di una guerra, ma sul quale ieri mattina Mosca ha frenato dicendo che il summit non è da escludere, ma che non ci sono piani concreti al momento.

Nel Donbass, intanto, la situazione resta estremamente delicata e ucraini e separatisti filorussi si accusano a vicenda di violare la tregua. Quello in corso è anche un braccio di ferro informativo. Mosca sostiene che le sue forze armate abbiano «distrutto due veicoli da combattimento della fanteria ucraina» ed «eliminato» cinque «membri di un gruppo di sabotatori» ucraini che avevano violato il confine con la Russia. Ma da Kiev smentiscono fermamente e parlano di «fake news». «No, l’Ucraina non ha attaccato Donetsk o Lugansk, non ha inviato sabotatori o mezzi corazzati oltre il confine russo, non ha bombardato il territorio russo, non ha bombardato il valico di frontiera russo, non ha condotto atti di sabotaggio», ha scritto su Twitter il ministro degli Esteri ucraino Dmitro Kuleba, sottolineando che «l’Ucraina non progetta azioni di questo genere». I

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