D’Agostino rimane al vertice del porto

Il ministro Delrio ha firmato la proroga per sei mesi. Serracchiani: «Non si cambia il timoniere che è sulla rotta giusta»
Di Silvio Maranzana
sterle trieste 25 01 09 porto nuovo molo VII msc vanessa dd 25 01 09
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Zeno D’Agostino rimane saldo al vertice del porto di Trieste. «C’è la proroga per altri sei mesi», ha riferito ieri pomeriggio la capufficio stampa del ministro di Infrastrutture e trasporti Graziano Delrio e pressoché contemporaneamente la presidente della Regione Debora Serracchiani ha diramato una nota in cui si riferiva che lo stesso rappresentante del Governo le aveva confermato di aver firmato il decreto che prolunga l’incarico al commissario dell’Authority. Alla Torre del Lloyd la prima conferma era arrivata nella tarda serata di mercoledì: un contatto telefonico con Roma aveva permesso di appurare che Delrio stava per firmare. A questo segnale però avevano fatto seguito lunghe ore di silenzio e lo stesso D’Agostino assieme al segretario generale Mario Sommariva hanno atteso invano ieri dinanzi al computer l’arrivo della “Pec” cioé il messaggio di nomina tramite posta certificata. Nel tardo pomeriggio però sono arrivate le incontrovertibili conferme. Per Serracchiani «questo è un momento in cui Trieste e il Friuli Venezia Giulia si stanno riaprendo al mondo, riscoprendo e rendendo contemporanea una vocazione emporiale di respiro internazionale, dal Centro Europa al Medio ed Estremo Oriente, agli Usa. Oggi il dialogo e la sinergia tra la città, l'amministrazione regionale e l'Autorità portuale - ha commentato la governatrice - sono diventati la regola e siamo in ottima sintonia: questo è un vero fattore di moltiplicazione delle potenzialità. La Regione, anche alla luce della riforma della portualità nazionale - ha specificato - ha trovato in D'Agostino un interlocutore puntuale rispetto alla fondamentale partita della costituzione del sistema portuale regionale. Su questa come su altre sfide, ad esempio quelle che coinvolgono il porto di Trieste nella sua relazione con il tessuto produttivo del Friuli è stata individuata una giusta rotta e in questi casi - ha concluso - non si cambia chi sta al timone».

Già in precedenza Ettore Rosato, presidente dei deputati del Pd, non aveva dubbi nel rassicurare da Roma: «La proroga è sicura al 100%». La stessa sensazione l’aveva avuta mercoledì il sindaco Roberto Cosolini in una chiaccherata telefonica con Delrio durante la quale lo stesso sindaco aveva riferito al rappresentante del Governo Renzi di come D’Agostino oltre ad aver impresso un’accelerazione allo sviluppo dello scalo triestino, stia lavorando in stretta collaborazione con le amministrazioni e le istituzioni locali e come del suo operato si siano a più riprese detti soddisfatti non solo imprenditori e operatori economici, ma gli stessi lavoratori del porto.

La proroga è per sei mesi, ma prima della nuova scadenza il ruolo di D’Agostino potrebbe essere finalmente trasformato da commissario a quello di presidente. Ciò potrà avvenire a seguito dell’approvazione della nuova legge sui porti che dovrebbe entrare in vigore tra un paio di mesi dal momento che il Consiglio dei ministri ha già licenziato la bozza di decreto. Nell’occasione, a meno di sorprese, D’Agostino diventerà presidente dell’Autorità di sistema portuale che incorporerà anche gli scali di Monfalcone e di Porto Nogaro. La nuova legge prevede che il presidente sia nominato dal ministro sentito il presidente della Regione e cancella il sistema della terna di nomi la cui indicazione spettava a sindaci, presidente della Provincia e presidente della Camera di commercio. Neanche possibili ribaltoni al Comune in occasione delle prossime elezioni di giugno dunque potrebbero far saltare l’attuale commissario, ammesso che qualcuno voglia questo.

La lista degli obiettivi raggiunti dall’Authority in un solo anno di reggenza D’Agostino è già lunga: la concessione firmata con Trieste marine terminal sul Molo Settimo per 60 anni in cambio di investimenti per 188 milioni, quella di 50 anni alla Siot per il terminal marino dell’oleodotto, quella di 30 a Siderurgica Triestina sulla banchina della Ferriera. E poi, il Piano regolatore del porto che ha finalmente superato lo scoglio del ministero dell’Ambiente, la manovra ferroviaria unica che ha tagliato tempi e costi, la pace sociale ritrovata all’interno dello scalo con la creazione dell’Agenzia del lavoro, lo spostamento dei Punti franchi dal Porto vecchio con l’avvio della sdemanializzazione.

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