Dal Verdi ai migranti i “datori di lavoro” dei primi 150 liceali

Gli studenti del Carducci Dante impegnati in 18 progetti che prevedono tirocini in enti pubblici, aziende, associazioni
Di Giulia Basso

Ha fatto tornare i prof sui banchi di scuola e ha permesso agli studenti di testare una forma d’apprendimento al di fuori delle aule scolastiche in un contesto lavorativo. Al Liceo Carducci Dante di Trieste l’alternanza scuola-lavoro, prevista dalla riforma La Buona Scuola, è già da qualche mese realtà per circa 150 ragazzi delle classi terze.

È una bella conquista, perché se gli istituti tecnici già da anni hanno avviato questa formula, per i licei si è trattato di una novità assoluta introdotta dalla riforma. Al Carducci Dante si è conclusa proprio la settimana scorsa la prima fase dei tirocini svolti dagli studenti in enti, associazioni e imprese del territorio, con cui la scuola ha siglato una serie di convenzioni per la realizzazione di diciotto progetti formativi inerenti le materie di studio dei principali indirizzi della scuola. Tra gli enti coinvolti il Wwf, l’Archivio di Stato, il Museo civico di storia naturale, lo Schmidl, l’Ics che si occupa di migranti, la Comunità di San Martino al Campo, l’E.T. Lab di Area Science Park, alcune scuole primarie per l’indirizzo in scienze umane, il Teatro Verdi, l’Orchestra Civica Verdi e l’associazione Musicale Ars Nova per gli indirizzi musicali, l’associazione Calicanto per il progetto “Sport per tutti”, il Servizio di inserimento lavorativo “Sil” del Comune.

Nei diversi progetti sono stati coinvolti in maniera sistematica tutti gli studenti delle classi terze, che quest’anno ci lavoreranno per un minimo di 80 ore, di cui 50 saranno svolte nelle strutture ospitanti, mentre le rimanenti saranno dedicate alla formazione in aula sul singolo progetto, ma anche sul temi della sicurezza nei luoghi di lavoro, sulla normativa sul lavoro, sull’utilizzo delle nuove tecnologie. Come accade per tutte le iniziative articolate, anche i progetti di alternanza scuola lavoro del Carducci non sono il risultato di un lavoro estemporaneo: il terreno è stato preparato negli anni passati, ben prima che la riforma della Buona Scuola entrasse in vigore. Racconta la dirigente scolastica Oliva Quasimodo: «Negli ultimi due anni abbiamo organizzato i corsi di formazione che hanno preparato i docenti a diventare tutor dei ragazzi per guidarli nella loro prima esperienza con il mondo del lavoro». I prof sono così tornati a loro volta sui banchi di scuola per un corso organizzato con la sovrintendenza dell’Ufficio scolastico regionale che in Friuli Venezia Giulia ha coinvolto 360 insegnanti di scuole superiori su tre sedi: l’istituto Ceconi di Udine, il Pertini di Pordenone e l’Isis Carducci–Dante di Trieste. Gli insegnanti hanno così imparato a pianificare i percorsi di alternanza scuola-lavoro, acquisendo le competenze per superare l’esclusività della didattica basata sulle singole discipline a vantaggio di un approccio diversificato, che consenta agli studenti di sviluppare le cosiddette competenze trasversali.

«Con questi presupposti - spiega, ancora, la dirigente scolastica - quando la Buona Scuola è diventata legge, ci siamo semplicemente attrezzati per proseguire il percorso. Abbiamo individuato le strutture-partner partendo dalle convenzioni già in atto per precedenti esperienze didattiche e periodi di stage ma anche aprendo nuove collaborazioni con partner che operavano in un contesto affine ai nostri indirizzi di studio. Abbiamo quindi siglato le convenzioni e organizzato incontri tra i tutor della scuola e quelli degli enti ospitanti per la definizione dei dettagli. Dall’altro lato abbiamo informato docenti, studenti e famiglie sulle singole fasi della progettazione, abbiamo cercato di coinvolgere i ragazzi sui progetti che li interessavano maggiormente e abbiamo elaborato dei piani orari che ci consentissero di svolgere al meglio questa esperienza. È stato un lavoro impegnativo ma a conclusione di questa prima fase di tirocini devo dire che ne è valsa davvero la pena. I ragazzi, inclusi alcuni studenti con disabilità per i quali sono stati predisposti progetti ad hoc, hanno risposto benissimo, tanto che alcuni di loro hanno deciso di proseguire l’esperienza per proprio conto nelle ore pomeridiane. Le strutture dove sono stati ospitati li hanno visti lavorare con serietà e ci hanno dato ampia disponibilità per la continuazione del percorso che ora prevede le parti di formazione in aula».

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