Depositi verso la bonifica a Montedoro e Aquilinia

MUGGIA. «Dopo decenni di abbandono, l'intervento del Demanio ha chiarito finalmente le criticità presenti e lo stato delle due aree, fino ad oggi sconosciuti: il ripristino delle recinzioni, come le annunciate azioni di caratterizzazione, messa in sicurezza e bonifica, risulteranno essere la chiusura di almeno uno dei capitoli che, a livello ambientale, interessano pesantemente il territorio triestino». Aris Prodani, parlamentare triestino del Gruppo Misto, annuncia che le due interrogazioni ministeriali depositate nel 2014 e l'esposto alla Procura di Trieste del febbraio 2015, presentati sullo stato della situazione attuale degli ex depositi militari di carburanti e lubrificanti in località Montedoro e Aquilinia, hanno ricevuto risposta. L'infrastruttura, realizzata nel 1941 ed utilizzata quale deposito di combustibili anche durante il periodo della Guerra Fredda, e successivamente adibita a deposito per rifiuti industriali, è costituita da quindici cisterne di capienza stimata in almeno 30 milioni di litri, a cui si aggiungono gallerie blindate, condutture interrate e mimetizzate in superficie.
Aquilinia In seguito alle indagini ambientali del Demanio è risultato che gli ex depositi lubrificanti interrati del compendio di Aquilinia sono «chiusi, integri ed internamente vuoti ad eccezioni di uno in cui è stato scaricato abusivamente un elemento lungo tre metri di canna fumaria in eternit». Tale manufatto in amianto dovrà dunque essere bonificato ai sensi della relativa disciplina normativa specifica. All'interno del perimetro del compendio è presente anche “una modesta quantità di rifiuti urbani non pericolosi, probabili residui di utilizzi precedenti, che saranno avviati alle pubbliche discariche».
Montedoro All'interno invece del sito degli ex depositi carburanti di Montedoro sono stati rinvenuti sia rifiuti urbani, sia rifiuti speciali non pericolosi. Infatti, «i fabbricati che si è riusciti a raggiungere - l'edificio della pesa all'ingresso del carraio, la casetta rustica ed i locali presso l'edificio pompe - sono di fatto locali di sgombero in quanto contengono masserizie varie e ciarpame abbandonato».
Inoltre è stato rinvenuto un fusto metallico ubicato nelle prossime vicinanze dell'accesso carraio, «pieno per metà altezza di un liquido da cui è stato estratto un campione di residui di idrocarburi, anch'esso da avviare a smaltimento». Dalla relazione emerge che tutti i serbatoi interrati del compendio sono chiusi ed integri. Ad eccezione dei due serbatoi da 2mila 500 mc. i rimanenti serbatoi da 2mila 500 mc e quella da 2m ila mc sono vuoti. Il rinvenimento di materiale all'interno dei due predetti è stato accertato dai referti di analisi del laboratorio essere fondame di serbatoio di origine idrocarburica (in un caso anche misto ad acqua piovana). Pertanto i due serbatoi dovranno essere bonificati come previsto da D.lgs 152/2006. La quantità è data dalla profondità dei liquidi di 5 cm in un serbatoio e di 90 cm nel secondo.
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