«Dico all’Anpi: confrontiamoci seriamente»

Luca Urizio (Lega Nazionale): «Sulla foiba di Rosazzo i documenti ci sono. Lavoriamo assieme»

«Invitiamo l’Anpi a riflettere che stiamo discutendo di foibe, di eccidi, per cui questo va fatto con i sentimenti e non con sterili polemiche o con approfondimenti nei convegni. Sono decenni che si chiacchiera troppo ma non si fanno passi avanti e gli storici si sono interessati unicamente a mantenere lo status delle cose. Noi a questo gioco non ci stiamo più. Ripartiamo da qui. Discutiamo, incontriamoci confrontandoci onestamente senza pregiudizi e troveremo finalmente il modo di far riabbracciare tante persone e far cadere questi terribili confini i ideologici dietro i quali si nascondono la menzogna e anche troppi interessi economici che spero vivamente questa volta avranno la peggio». Così il presidente della Lega Nazionale Gorizia, Luca Urizio, risponde al presidente dell’Anpi provinciale, Paolo Padovan, che in un’intervista a Il Piccolo si è dimostrato a dir poco scettico («ci mostrino i documenti») sull’asserita scoperta, da parte della Lega nazionale, di una cavità del Collio o dintorni dove ci sarebbero i resti di vittime della divisione Garibaldi-Natisone. Addirittura dai 200 agli 800 morti. Ancora Urizio: «Padovan chiede di non utilizzare la storia per fini personali e strumentalizzazioni politiche. Sposo in pieno questa frase poiché di certo non necessito di visibilità o altro e quindi mi spiace per lui ma non presto sponda a nessun tipo di illazione (non sono in politica ed opero come imprenditore principalmente per aziende estere). Sono/siamo accusati di fare la storia per sentito dire. Forse Padovan non ha letto i giornali locali e nazionali che hanno dato ampio spazio ai documenti che ho rilasciato alla stampa (documenti desecretati e considerati più che attendibili dalle più alte autorità ed ai quali si aggiungono numerose testimonianze ed altre informazioni che a breve rivelerò con l’inizio della localizzazione della foiba e della fossa comune. Contrariamente a quanto si pensava inizialmente sembra davvero che si possa parlare anche di foiba). Nel primo documento si legge che il responsabile del massacro della popolazione è ritenuto il comandante della divisione Garibaldi-Natisone Sasso coadiuvato dal commissario politico Vanni ed anche nel secondo documento del 1946 ci sono pesanti accuse alla divisione Garibaldi. Padovan conclude ricordando le parti sbagliate e cioè quelle di chi lottava a fianco di nazisti e fascisti ma dimentica i partigiani comunisti titini e quelli italiani che tradirono in quanto sostenitori delle pretese rivendicazioni slave sui nostri territori. Ecco, proprio da questo punto possiamo ripartire. Non è assolutamente nostra intenzione infangare l’Anpi e la Resistenza ma al contrario vorremmo collaborare con l’Anpi ricordando tutte le vittime delle tragedie, portare a galla la verità e ricostruire le vicende storiche come da documentazione. Chiediamo che l’Anpi riconosca gli errori dei partigiani giuliani e gli orrori dei 40 giorni così finalmente potremo tutti celebrare e ricordare il 25 aprile 1945 sottolineando cosa successe subito dopo».

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